lunedì 14 settembre 2015
«Famiglie accoglienti», religiosi sacramentini e nuclei mamma-bimbo con disagio vivranno insieme in una ex scuola di Quarto Oggiaro
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Un luogo di bene comune. Un’esperienza di fraternità. Che accolga nello stesso abbraccio – dentro la stessa casa, a vivere insieme – dieci mamme «fragili» con i loro figli, quattro o cinque «famiglie accoglienti», i Sacramentini di San Pier Giuliano Eymard. E che sia aperta a quanti vogliono condividere – per un’ora o per una vita – il cammino spirituale, la vocazione educativa, l’impegno culturale e civile di questa fraternità in gestazione. A partire dai "vicini di casa" di Quarto Oggiaro. Perché è qui, in via Lessona 70, al confine fra Milano e Novate – dove le Serve di Gesù Cristo avevano una scuola per l’infanzia, ora chiusa – che sta nascendo CasArché.«Speriamo di poterla aprire con l’inizio del 2016», sospira, sorridendo, il padre sacramentino Giuseppe Bettoni, fondatore di Arché onlus, avviata nel 1991 per «inventare ogni giorno la speranza» per i bambini sieropositivi e le loro famiglie, impegnata nel campo della fragilità minorile e del sostegno alla genitorialità, in Italia e nel Sud del mondo. A Milano Arché ha già una casa d’accoglienza in zona Porta Venezia che dal 1997 ha ospitato 142 mamme, italiane e straniere, e 162 bambini, provenienti da situazioni di disagio, emarginazione, violenza, alcune in fuga dalla povertà e dalla guerra. Con CasArché si vuole "dare casa" a un’esperienza di seconda accoglienza dove, proseguendo l’accompagnamento educativo e psico-pedagogico del nucleo mamma-bambino, si vuole promuove il cammino verso l’autonomia e il reinserimento sociale, anche tramite l’avviamento al lavoro. Perciò si apriranno un laboratorio sartoriale e una gelateria-pasticceria. Ma c’è di più. CasArché vuole offrire a mamme e bimbi una forte rete di sostegno e condivisione formata da «famiglie accoglienti».«Non una comunità chiusa – scandisce padre Bettoni – ma una vera fraternità, dunque una realtà aperta, dinamica, a cerchi concentrici, che dal cuore di questa periferia – dove abbiamo trovato sintonia profonda con don Enrico Galli, parroco della Resurrezione – vuol essere luogo di spiritualità, condivisione, bene comune, luogo di carità che genera cultura». Un esempio? «Come già facciamo con operatori e volontari di Arché, vogliamo realizzare laboratori di cittadinanza, ispirati alla Costituzione, aperti a tutti, ma anche iniziative di aggregazione e formazione, a partire dai temi che Arché ha nel suo dna – la genitorialità, i minori, i diritti sociali, l’accoglienza».«L’idea di CasArché – racconta padre Bettoni – nasce dalla confluenza di tre "torrenti": i 25 anni di vita nelle "periferie esistenziali", con Arché; i miei molti anni di vita come pastore a Milano; e il fatto di essere sacramentini, chiamati a vivere l’Eucaristia come mistero celebrato e contemplato che genera servizio e condivisione con i poveri. Dall’esperienza di vita, dalla preghiera, dallo studio – e da "sorgenti" che sono, in particolare, il Vangelo di Giovanni, gli Atti degli Apostoli, san Francesco d’Assisi – nasce questo progetto di fraternità che unisce tre soggetti: i sacramentini, le famiglie accoglienti – ma siamo aperti anche ai single – e le mamme in difficoltà con i loro bambini. La vita comune dei religiosi si apre dunque ai laici, ma nel rispetto delle esigenze della vita familiare. A unirci non saranno la "struttura comunitaria", gli orari, gli spazi o la cassa comune, che infatti non faremo – faremo invece un fondo comune per sostenere i progetti di CasArché: a unirci sarà la vita fraterna, che nasce dal riconoscerci fratelli e sorelle in umanità. La nostra fraternità – prosegue il sacramentino – si regge su tre fondamenti: la centralità della vita spirituale, che per il cristiano significa scoprirsi figlio di Dio, nell’apertura ad altre dimensioni spirituali e culturali – in Arché abbiamo accolto negli anni mamme musulmane, buddiste, ortodosse, atee; l’esperienza della preghiera e dell’ascolto, a partire dalla meditazione della Parola di Dio, e nel confronto fra noi; la relazione con il povero, che in CasArché si vivrà come accoglienza e sostegno all’autonomia. Le "famiglie accoglienti" sono giovani famiglie milanesi che da anni camminano con noi e che vogliono vivere insieme condividendo sia la dimensione spirituale sia l’apertura al povero».Per ristrutturare e rendere fruibile l’edificio servono 400mila euro. Ecco, allora, la campagna di sms solidale al via da oggi e fino al 3 ottobre tramite il numero 45594 (info: www.arche.it). E il 10 ottobre ecco il primo evento, a (ri)aprire le porte di via Lessona 70: Arché Live, con Franco Vaccari, presidente di «Rondine-Cittadella della Pace».
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