lunedì 15 gennaio 2018
Al terzo giorno di polemiche scatenate dalle sue preoccupazioni sulla «razza bianca» da proteggere, il candidato presidente della Regione Lombardia fa finalmente marcia indietro
Fontana ora si scusa sulla razza: «Espressione sbagliata, me ne dolgo»
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Al terzo giorno di polemiche, finalmente il candidato presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana fa finalmente marcia indietro: "Ho usato un'espressione sbagliata e di questo mi dolgo". La frase infelice era stata pronunciata domenica ai microfoni di Rtl 102,5, quando Fontana aveva espresso la sua preoccupazione per la "razza bianca" minacciata dalla massiccia immigrazione.

La marcia indietro è comunque solo parziale, perché Fontana ha tenuto a precisare che "questa immigrazione incontrollata rischia di creare dei grossi problemi al futuro del nostro Paese, questo è il significato di quello che volevo dire".

Già ieri, martedì, il candidato aveva cercato di mitigare le polemiche ricordando che anche la Costituzione parla di razza. Obiezione per altro poco pertinente, perché l’articolo 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, ed evidentemente i Padri costituenti volevano in questo modo riferirsi all'assurdità delle leggi razziali degli anni Trenta e introdurre un divieto di discriminazione e non certo legittimare questo termine.

Di fronte agli attacchi a Fontana,

Matteo Salvini ha blindato la sua candidatura, smentito le ricostruzioni di stampa secondo cui Silvio Berlusconi aveva definito "inadeguato" Fontana e negato che sia necessario un passo indietro dell'ex sindaco di Varese.

La «razza bianca» di Fontana: le parole

La «razza bianca», la «nostra società» rischiano di essere «cancellate» dal fenomeno dell'immigrazione non controllata. Ne è convinto il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

In un'intervista trasmessa domenica mattina da Radio Padania, l'ex sindaco di Varese ha usato espressioni dure e nette, che hanno fatto subito discutere. «Noi non possiamo accettare tutti» gli immigrati «perché, se dovessimo accettarli tutti, vorrebbe dire che non ci saremmo più noi come realtà sociale, come realtà etnica», ha sostenuto.

«Perché - ha proseguito - loro sono molti più di noi, più determinati nell'occupare questo territorio di noi. Noi, di fronte a queste affermazioni, dobbiamo ribellarci, non possiamo accettarle: qui non è questione di essere xenofobi o razzisti, qui è questione di essere logici, razionali. Noi non possiamo, perché tutti non ci stiamo. Quindi, dobbiamo fare delle scelte: decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società deve continuare a esistere o la nostra società deve essere cancellata: è una scelta».

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Le reazioni

Per Fontana "la razza bianca è a rischio per troppi immigrati". Questa sarebbe la destra moderata che dalla Lombardia vorrebbe poi governare il Paese. Questa è una vergogna razzista. Noi con Gori vogliamo una società sicura, inclusiva e tollerante». Lo dice il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato.

«Campagna elettorale: c'è chi parla di forconi e razza bianca. Noi parliamo di formazione, lavoro, crescita, Europa»: in questi termini il candidato alla presidenza della Regione Lombardia per il centrosinistra Giorgio Gori replica su Facebook alle affermazioni sui migranti del suo sfidante del centrodestra Attilio Fontana. Sulla questione Gori si appella agli elettori lombardi: «Scegliete voi. #FareMeglio si deve, senza isterismi e demagogia».

«Per i signori a sinistra che pensano che il futuro della #Lombardia sia giusto affidarlo alle divisioni nel centrosinistra: "Fontana (candidato centrodestra): con troppi migranti razza bianca a rischio". Bravi compagni continuiamo così». Lo scrive il deputato Pd Emanuele Fiano sul suo profilo Twitter.

Per il ministro e vicesegretario del Pd Maurizio Martina un candidato presidente che si lancia in dichiarazioni così deliranti «dimostra drammaticamente di non essere all'altezza della più importante regione del paese. E tutto questo è triste e pericoloso per la Lombardia e i lombardi prima di tutto».

«Al governo normeremo ogni presenza islamica nel Paese. Esattamente come in tempi non sospetti ha sostenuto Oriana Fallaci, siamo sotto attacco, sono a rischio la nostra cultura, società, tradizioni, modo di vivere. È in corso un'invasione, a gennaio sono ripresi anche gli sbarchi. Il colore della pelle non c'entra niente e c'è un pericolo molto reale: secoli di storia che rischiano di sparire se prende il sopravvento l'islamizzazione finora sottovalutata». Così il segretario della Lega e candidato premier Matteo Salvini.

Il primo dietrofront: è stato un lapsus

Nella tarda mattinata di lunedì Fontana ha cercato di precisare il suo pensiero: «È stato un lapsus, un errore espressivo, intendevo dire che dobbiamo riorganizzare un'accoglienza diversa che rispetti la nostra storia, la nostra società. «Rispetto a quella frase, ascoltando il mio discorso per intero si capiva cosa intendevo dire. Rispetto alla gestione dell'accoglienza dei migranti», Fontana ha spiegato che «da sempre dico che andrebbe presentato un progetto, cosa si vuole fare, quanti immigrati vogliamo accogliere». «L'assistenza di oggi non è di quelle di cui ci si può vantare - ha aggiunto - nella mia città c'erano immigrati che dormivano nelle fabbriche abbandonate, non credo sia questo il tipo di accoglienza che vogliamo dare». Ci vogliono quindi «numeri, modo di integrazione, poi la gente può decidere ma un'immigrazione incontrollata non può che creare dei disastri», ha concluso.

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