lunedì 6 maggio 2013
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«Erano anni di forti contrapposizioni politiche, ma tutti avvertivamo la necessità di dare vita a un testo capace di resistere nel tempo». È un Giulio Andreotti accorato quello che ieri pomeriggio ha raccontato la sua esperienza di padre costituente a 200 studenti di San Carlo, Leone XIII, Gonzaga e Zaccaria. «Ricordo ancora  l'emozione di trovarmi nella stessa aula di Montecitorio, io giovane 27enne, con veri e propri miti politici: Croce, Nitti, Calamandrei e tanti altri» spiega all'attenta platea del corso di eccellenza sui primi 54 articoli della nostra Costituzione. Un racconto fatto di aneddoti ed episodi storici, ma che ha voluto trasferire  principalmente «il clima nel quale si è lavorato in quegli anni. Un clima  che forse è rimasto fuori dalla nostra Costituzione». Un testo, aveva auspicato poco prima in un'appassionata lettura dei primi 12 articoli con i principi fondamentali, il presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida, altro relatore d'eccezione del corso, quello Costituzionale che «dovrebbe essere letto nelle scuole come si fa con i classici». Ovviamente una lettura «fatta con il linguaggio giusto, perché ogni parola che vi è scritta è scelta con cura».Una lezione seguita con interesse dallo stesso senatore Andreotti. «Onestamente - commenta - penso che quei due anni di lavoro (1946-1948, ndr) siano stati un momento molto costruttivo nella vita del nostro Paese». Un tempo, che paragonato all'oggi, appare ben più lontano dei 60 anni cronologici. E le domande degli studenti non hanno certo evitato temi caldi. E così al ragazzo che gli domanda «cosa  ne pensa di un governo che al Senato si regge sui voti dei senatori a vita?», il senatore Andreotti ricorda che «nella prima legislatura accanto ai senatori eletti, a Palazzo Madama sedevano ben 104 senatori di diritto. Davvero un bel precedente». «Ma l'immunità parlamentare non contrasta con l'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge?» incalza un altro giovane. «L'immunità serve a garantire che il lavoro parlamentare sia libero - risponde il senatore -, non è un privilegio. Certo non va usato male». «Cosa ne pensa del fenomeno Grillo che si scaglia contro la politica?», aggiunge un terzo intervento. «Ammiro molto Grillo nel suo campo di competenza, lo spettacolo»,  risponde Andreotti con il suo tipico sorriso -, e sarebbe bene non distrarlo dalle sue attività. La politica è una cosa seria». «Quale ruolo svolsero le donne alla Costituente?» chiede una ragazza. «Non erano molte - ricorda il senatore -, ma erano davvero molto motivate e attive». Due ore di lezione e di confronto davvero intensi, che gli studenti potranno commentare anche sul blog www.giovaniecostituzione.it. Di certo un avvio del corso ad alto livello.da Avvenire del 16/10/2007                          
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