giovedì 23 dicembre 2021
Inviata in occasione della professione di 52 nuovi membri dell’associazione nata dal carisma di Comunione e Liberazione. Laici chiamati a vivere il proprio lavoro come «luogo della memoria di Cristo»
I Memores Domini sono una forma di esperienza di vita cristiana nata nel grembo di Comunione e Liberazione, fondata da monsignor Luigi Giussani.

I Memores Domini sono una forma di esperienza di vita cristiana nata nel grembo di Comunione e Liberazione, fondata da monsignor Luigi Giussani. - Archivio Avvenire/Olympia

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Lo scorso 4 dicembre in un hotel di Lazise, sulla sponda veronese del Lago di Garda, 52 tra giovani donne e uomini hanno emesso la professione che segna la loro incorporazione definitiva ai Memores Domini, l’associazione che riunisce laici di Comunione e Liberazione chiamati a vivere il proprio lavoro come «luogo della memoria di Cristo», a praticare i consigli evangelici di obbedienza, povertà e verginità e a farlo abitando insieme, in piccole comunità.

Questo rito che da tradizione avviene nel corso del ritiro spirituale di inizio Avvento, per due anni non si è tenuto a causa della situazione interna all’associazione, con divisioni e tensioni che hanno portato dopo una serie di passaggi al suo “commissariamento”, lo scorso settembre, con la nomina da parte del Papa dell’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro quale suo delegato speciale con pieni poteri e del gesuita Gianfranco Ghirlanda quale assistente per le questioni canoniche.

I nuovi Memores Domini provenienti da 7 Paesi (40 dall’Italia, 4 dal Brasile, 3 dalla Spagna, 2 dall’Argentina, 1 rispettivamente da Colombia, Kazakistan, e Portogallo) hanno ricevuto un messaggio speciale del Papa, consegnato a Santoro, che suona come un incoraggiamento in una delicata fase di transizione.

«Saluto tutti i membri dell’Associazione e soprattutto voi, cari giovani, che vi accingete a compiere un passo così importante» scrive Francesco all’inizio della sua missiva, disponibile sul sito ufficiale di Cl, «so che da lungo tempo attendete questo evento, che giunge ancor più desiderato dopo il travaglio vissuto dall’Associazione negli ultimi anni». «Don Giussani amava dire che con la forma stessa della vostra vita gridate a tutti che Cristo è l’unico per cui valga la pena di vivere – scrive sempre il Papa – la professione perciò rafforza la vostra presenza missionaria nelle realtà ordinarie della vita, nei diversi ambiti di lavoro e della società, nelle periferie esistenziali delle città e dei tanti Paesi da cui provenite. Siete laici e missionari, in perfetta linea con il mandato evangelizzatore proveniente dal Battesimo».

«Come ho avuto modo di manifestare in varie occasioni – continua il Pontefice – nutro grande stima per il carisma dei Memores Domini e sono vivamente grato allo Spirito Santo che lo ha suscitato». Così «in queste circostanze, cari giovani, la vostra professione assume un significato particolare: è segno di predilezione per voi da parte del Signore, ma anche espressione della vostra rinnovata fiducia nei confronti della Chiesa, che accoglie e accompagna il vostro carisma perché, docile allo Spirito e obbediente alla sua Sposa, porti frutti di apostolato e di santità nel mondo. Possiate dunque riconoscere e promuovere quell’unità concorde che, sola, rende bella e feconda la testimonianza».

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