venerdì 24 luglio 2015
COMMENTA E CONDIVIDI
Un minuto di applausi ha salutato l’ultimo intervento di Enrico Letta da deputato. Ieri sera, infatti, la Camera ha accolto la sua richiesta di dimissioni. Un gesto che, ha ribadito l’ex presidente del Consiglio in Aula, non è da interpretare come un abbandono della po-litica, passione che accompagna la sua vita da quando, ragazzino, nel 1978 venne portato dai genitori in via Fani. «Non mollo, rilancio con altri luoghi e altri tempi», ha detto. Si dedicherà alla formazione (insegnando Affari internazionali a Parigi) «in un tempo in cui sembra vincere il superficiale 'tutto e subito'». Letta ha invitato, per avere speranza, a vedere i video con cui 700 ventenni italiani si sono candidati al suo corso. Ma non si batterà solo per una politica «migliore», bensì anche per un’Europa «autenticamente unita, diversa da quella che abbiamo visto all’opera in questi mesi», ad esempio su Grecia e immigrazione. Infine, un grazie al Pd, di cui ha rivendicato di essere un fondatore. E a tutto il Parlamento. A chi ha dato la fiducia, per «far finalmente vivere una legislatura che sembrava dover essere la più breve della storia e che invece può vivere e fare riforme importanti». E agli oppositori. Letta ha, dunque, evitato ogni riferimento al gelido passaggio di consegne con Matteo Renzi. Lo hanno fatto polemicamente il capogruppo di Fi, Renato Brunetta, che ha annunciato voto contrario (alla fine il computo è stato di 287 sì e 82 no) e Alessandro Di Battista (M5S). Ma mentre il primo ha chiesto spiegazioni sul «colpo di palazzo » all’attuale inquilino di Palazzo Chigi - al quale ha imputato anche mancanza di stile per non essersi presentato in Aula - il secondo ha preso di mira pure Letta, invitandolo a dire «tutta la verità» e interpretando le dimissioni come un «indietreggiamento per prendere la rincorsa». L’uscita di Letta porta un voto in meno, sia pure non decisivo, a Renzi: la subentrante, Beatrice Brignone, passerà al Misto con Civati.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: