sabato 1 giugno 2013
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La priorità del governo è la "riduzione delle tasse sul lavoro per creare" nuovi posti. Lo ha detto il premier, Enrico Letta, intervenendo al Festival dell'economia.
Il governo italiano si presenterà al vertice europeo del 27-28 giugno con "un piano di interventi" e la priorità "é la riduzione della disoccupazione giovanile sotto la soglia del 30%", ha detto Letta.
"Vedo fondamentale la scadenza alle elezioni europee dell'anno prossimo, che saranno le più importanti della storia. Se non facciamo la svolta, avremo il Parlamento europeo più antieuropeo della storia". Ad affermarlo è stato il premier in un incontro con l'economista Tito Boeri. "O l'Europa - ha sottolineato - diventa in 18-24 mesi quello strumento di democrazia della globalizzazione, di sovranità condivisa, oppure non la tocchiamo più e resta in mano ad altri". "Vivo con una certa preoccupazione - ha aggiunto - questa fase della vita europea, perché vedo uno scollamento della percezione del cittadino europeo, italiano o portoghese che sia, e la percezione delle leadership europee nel dare risposte". "Le preoccupazioni sono enormi - ha proseguito - perché la crisi del 2009 è stata percepita prima dagli ambienti accademici, poi è entrata nella carne viva. E oggi, inerzialmente, la percezione dei nostri popoli è un misto tra rassegnazione tra un'Europa che non riesce a dare risposte e animosità. L'Europa non basta, anzi è foriera di brutte notizie. Si dice 'siamo usciti dalla procedura di deficit eccessivo e dov'é il vantaggio?'".
Letta ha ricordato come l'Unione europea in questi anni "non sia riuscita ad affrontare certe situazioni e certi temi". Per questo il primo ministro auspica che l'Europa abbia "un proprio ministro degli esteri".
"È sbagliato dare tutta la colpa al rigore. Il tema è la non politica. Gli Stati Uniti sono un'architettura unitaria che ha preso decisioni in tempo reale, l'Europa no". Così il premier a proposito delle politiche di austerity in Europa. Unico esempio contrario la decisione della Banca centrale, "prima della quale ci furono 28 vertici europei, con relativi annunci: un'incapacità delle istituzioni di decidere".
"I 18 mesi che ci siamo dati è il tempo giusto per completare l'iter di riforme", secondo il premer. "La riforma del Titolo V della Costituzione va cambiata. E' da rivedere. Lì dentro c'é qualcosa che non funziona". "Siamo qui e dico che non è più tempo di leggi ordinarie che si diano addosso una con l'altra. Se i Costituenti hanno pensato procedure complesse una ragione c'era. Andremo in quella direzione e il Trentino conosce bene i temi con la sua autonomia. Il presidente Napolitano - ha evidenziato - ha ribadito che serve andare in questa direzione".
Questo "governo è eccezionale e non si ripeterà", ha spiegato il presidente del Consiglio.
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