domenica 3 aprile 2016
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L’uccisione di Giulio Regeni «è un atto isolato e bisogna valutarlo in questo quadro ». Dal Cairo arriva l’ennesima dichiarazione che minimizza la vicenda e ripropone quel segno di ambiguità che tiene ormai banco da più di due mesi. A parlare è il ministro degli esteri egiziano Sameh Shoukri che, in un’intervista al quotidiano Al Shourouk conferma anche «la determinazione e l’impegno totale del governo egiziano e degli apparati di sicurezza a continuare gli sforzi per scoprire la verità e arrestare gli assalitori». Ma c’è anche un videomessaggio, di condoglianze e solidarietà postato ieri su Youtube, che riaccende dubbi e angosce. È quello inviato dalla madre del blogger Khaled Said, ucciso a bastonate da poliziotti ad Alessandria nel giugno 2010, in pieno regime Mu- barak, e considerato l’ispiratore della rivolta che sfociò nella rivoluzione egiziana del 26 gennaio 2011. La donna si rivolge alla madre di Regeni. «Sono con lei e sento il suo stesso dolore, come soffro, ogni giorno, fino ad ora, per Khaled – dice nel messaggio – e la ringrazio per essere con noi e per il suo interesse e per la preoccupazione per i casi di tortura in Egitto». Khaled Said fu ucciso all’uscita da un Internet caffè ma la polizia, dopo aver sostenuto che era un tossicodipendente, tentò di attribuire la sua morte a un’overdose o ad altri tossicodipendenti. Indagini successive però accertarono le responsabilità dei poliziotti, che avevano agito per vendicarsi di un video pubblicato dal giovane in Internet. Intanto ieri si è svolta al Cairo una riunione del nuovo team di inquirenti allargato alle procure di Giza, Heliopolis e Shobra al Khaima. Una nuova squadra di ispettori, ordinata mercoledì scorso dal procuratore generale Nabil Saddeq per completare le indagini sull’omicidio del ricercatore italiano. La decisione, ha spiegato Saddeq, è dovuta alla complessità delle indagini che riguardano più aree geografiche del paese. La procura di Giza, dove era residente il ricercatore italiano, è stata la prima a seguire il caso ma dopo l’incontro con i magistrati italiani avvenuto al Cairo lo scorso 14 marzo, il procuratore generale aveva promesso che avrebbe seguito personalmente il caso del cittadino italiano trovato morto lo scorso 3 febbraio. Il nuovo team dovrà anche lavorare alla relazione che sarà presentata martedì prossimo a Roma. E anche se, al momento, dall’ambasciata italiana al Cairo non sono stati indicati i nomi delle persone che arriveranno in Italia, si attende l’incontro con i magistrati italiani che dovrà far luce sul caso del ricercatore italiano. Sempre nel pomeriggio di martedì, inoltre, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni è atteso in parlamento per riferire sugli sviluppi del caso. «Non ci fermeremo fino alla verità » ha nuovamente ribadito il premier Matteo Renzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ministro Sameh Shoukry (Epa)
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