mercoledì 11 ottobre 2017
M5s e Mdp in piazza contro il voto. Grillo: melma non torni in alto. Bersani: fermare questo obbrobrio. Scontro nel centrodestra: Meloni contro Salvini e Berlusconi.
La Camera ha dato il primo via libera alla legge elettorale (Ansa)

La Camera ha dato il primo via libera alla legge elettorale (Ansa)

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Il primo scoglio è stato superato senza grandi difficoltà, ma con l'annunciata fiducia. Il governo infatti ha ottenuto a Montecitorio il primo dei tre voti di fiducia posti sulla legge elettorale, sull'articolo 1 del testo. I sì sono stati 307, i no 90, gli astenuti 9.

Ma anche la seconda fiducia è arrivata. L'articolo 2 del "Rosatellum" ha avuto via libero anch'esso. Questa volta i sì sono stati 308, i no 81 e gli astenuti 8. Nella mattinata di giovedì la Camera si pronuncerà anche sull'articolo 3, sempre con il voto di fiducia.

Il pomeriggio dell'aula della Camera è stato serrato, mentre fuori due piazze intorno a Montecitorio si riempiono per protestare proprio contro la decisione di porre la fiducia sul testo: il Movimento 5 Stelle a piazza di Montecitorio ed Mdp al Pantheon.

Tutti i big grillini sono sul palco, ma non Beppe Grillo che sarà a Roma domani in concomitanza con il voto finale e la veglia che i Cinque Stelle hanno organizzato. Ma il comico genovese incita i suoi dal blog: «Se lasciate che vengano di nuovo cambiate le regole elettorali per far sì che la melma del Paese torni in alto ancora una volta saranno i vostri figli a farne le spese». Da piazza Montecitorio Alessandro Di Battista rincara la dose: «Porre la fiducia è come comprare l'arbitro». E dal canto suo Luigi di Maio dà l'appuntamento in piazza ai militanti già la prossima settimana: «Se domani sera non ce la dovessimo fare a fermarli, tenetevi pronti perché la prossima settimana saremo di nuovo in piazza davanti al Senato».

Non molto lontano, in piazza al Pantheon, c'è il mondo dei progressisti alza la voce per fermare finché si è in tempo un «obbrobrio». Usa queste parole dal palco Pierluigi Bersani per definire il Rosatellum, su cui sperava il premier Gentiloni avesse detto «non ci sto» alla fiducia. Un gesto con cui, secondo lui, «ha perso credibilità». Poi conclude: «Spero in un sussulto al voto finale» sulla legge elettorale e «che fermi questo obbrobrio. Serve un soprassalto di dignità». In platea anche Massimo D'Alema che, conversando con i giornalisti, aggiunge: «Con questa legge inaccettabile avremo un parlamento di nominati per la seconda volta nella stessa legislatura». È il segno «dell'irresponsabilità del gruppo dirigente del Pd - prosegue - che logora la democrazia e apre la strada ai
populismi».

Scontro anche nel centrodestra. La tensione è altissima, complice la legge elettorale e non solo. Oggi Giorgia Meloni è tornata ad attaccare gli alleati, chiedendo di spiegare il sì di Forza Italia e Lega al Rostellum bis, che invece lei definisce "uno schifo". "A questo punto è opportuno - dice - un incontro con Berlusconi e Salvini che mi chiarisca il senso del loro sostegno ad una legge elettorale che, matematicamente, non consentirà di formare una maggioranza certa e un governo che difenda gli interessi degli italiani". Ma il vertice del centrodestra, atteso da inizio settembre, non si farà neanche questa settimana. Sia l'ex Cav che il leader del Carroccio hanno una agenda ricca di impegni, fanno notare: Salvini tornerà a Bruxelles giovedì e nel week-end sarà sul territorio, mentre Berlusconi venerdì sarà al matrimonio di Marianna Pascale, la sorella di Lady Arcore, a Ravello, e sabato a Ischia per la convention 'Pronti a Governare'.

>> COS'È IL ROSATELLUM

>> L'editoriale Rosatellum, meglio di niente, ma... di Marco Tarquinio

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