martedì 24 febbraio 2015
​​Nuovo scontro interno nel partito. Salvini minaccia Tosi: chi discute Zaia è fuori. Alfano gela le ambizioni del leader leghista di prendere il posto di Berlusconi: "non riesce a tenere unito il suo partito, figuriamoci una coalizione".
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​Il Veneto rovina i piani di Matteo Salvini in vista delle Regionali e a pochi giorni dalla grande manifestazione della Lega Nord in programma sabato a Roma. Il leader della Lega Nord, ormai già proiettato alla conquista del Centro e del Sud Italia con le liste "Noi con Salvini", si trova invece a dover fare i conti con l'insubordinazione di Flavio Tosi. Il sindaco di Verona mette in discussione la conferma di Luca Zaia alla guida della Regione e addirittura minaccia di presentare la propria candidatura in contrapposizione a quella del governatore uscente. Una vera e propria sfida nei confronti di Salvini che però incassa il sostegno del governatore della Lombardia Roberto Maroni: "Fare il candidato contro Zaia, sarebbe una jattura,ci farebbe perdere la Regione", argomenta Maroni, secondo il quale il candidato della Lega deve essere Zaia. Stamattina il nuovo affondo di Salvini che minaccia di cacciare Tosi. "Zaia non si discute. Chi lo mette in discussione si mette fuori gioco. Se c'è qualche leghista che ha tempo da perdere per beghe interne si accomoda fuori". Così il leader della Lega Matteo Salvini a RepTv. "Se Tosi  vuole litigare con mondo, il problema non è mio", ha aggiunto". Dura presa di posizione anche da parte di Zaia secondo il quale una candidatura di Tosi è un'ipotesi 'abominevolè. Immediata la risposta del sindaco di Verona: "Io espulso? Ognuno si assume le sue responsabilità".    Alla partita - tutta interna alla Lega - guardano con interesse i potenziali alleati Forza Italia e Ncd che, prima di fare qualche mossa, aspettano di capire cosa decideranno i leghisti nel vertice Lega Nord-Liga Veneta in programma nei prossimi giorni. Osservatrice interessata è poi Alessandra Moretti: la candidata del Pd spera di poter avvantaggiarsi da una spaccatura nel fronte di centrodestra. La grana veneta per il segretario federale pare, insomma, sempre più difficile da risolvere. Lo si capisce anche dai piccoli segnali: al richiamo a partecipare alla manifestazione di sabato a Roma, Tosi risponde che vedrà se è compatibile con i suoi impegni di sindaco. "Il mio unico stipendio è quello di sindaco" ricorda. Da capire, adesso, quanto peserà l'appello di Maroni all'amico Tosi "affinché trovi una soluzione". Se Zaia si tiene fuori dalla bagarre, il duello, è seguito con attenzione da Fi e Ncd, gli alleati che guidano con la Lega la regione. Per Renato Brunetta la linea seguita da Salvini è un "paradosso", mentre Gaetano Quagliarello dice che il segretario della Lega sembra più interessato a prendere voti in Italia che governare il Veneto. Angelino Alfano è lapidario: "non riesce a tenere unito il proprio partito figuriamoci una coalizione". Ieri sera c'è stata una direzione di battaglia del Ncd in vista dell'appuntamento elettorale delle regionali ma anche di sintesi per celebrare l'anno di vita del partito ed elencare le cose fatte al Governo. Alfano è consapevole del fatto che il centrodestra a trazione leghista, insomma, resterebbe sempre su posizioni di minoranza. Da parte sua anche il leader leghista non risparmia affondi contro i centristi: "Berlusconi non può chiedermi di andare con Alfano che ha scelto la poltrona e i clandestini". Con l'occasione, Salvini "licenzia" pure il Cav come leader del centrodestra: "Berlusconi ha fatto tanto ma preferisco guardare al futuro. In Italia ci vuole il ricambio" L'idea, nel Nuovo Centrodestra, dunque è quella di non insistere troppo sul tema delle alleanze al Nord, anche perché il partito è nettamente più forte al Sud. Inoltre le posizioni estreme della Lega in campo economico, come ad esempio l'uscita dall'euro, potrebbero alla lunga esasperare quel tessuto imprenditoriale settentrionale che non ha ancora deciso a che santo votarsi. In direzione - stando a quanto si apprende - c'è però anche il tempo di uno scontro al vertice. Fabrizio Cicchitto avrebbe 'bacchettatò Alfano proprio sul punto a lui più caro: la responsabilità di stare al Governo. Ma in serata Cicchitto ha smentito.
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