venerdì 1 aprile 2016
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ROMA Il 14 dicembre 2014 un lancio dell’agenzia Ansa titola: 'Legge di stabilità: spunta norma per sbloccare progetto Tempa Rossa'. È il giorno successivo alla doppia intercettazione telefonica citata nell’ordinanza della Dda di Potenza tra il ministro Federica Guidi e il suo compagno Gianluca Gemelli, e tra quest’ultimo e un dirigente della Total, nella quale si parla proprio dell’intervento per modificare la manovra economica. Infatti, come si legge nell’agenzia, nella Stabilità «spunta la norma per sbloccare 'l’effettiva realizzazione dei progetti per la coltivazione di giacimenti di idrocarburi', come quella di Tempa Rossa per portare il petrolio estratto in Basilicata a Taranto». Con la modifica, spiegava la relazione tecnica, si estende «il regime di autorizzazione unica a quelle opere e infrastrutture necessarie e indispensabili per assicurare il loro sfruttamento», dando «significativo impulso» all’occupazione. La norma «al fine di semplificare la realizzazione di opere strumentali alle infrastrutture energetiche strategiche e di promuovere i relativi investimenti e le connesse ricadute anche in termini occupazionali» prevede l’estensione dell’autorizzazione unica anche per «le opere necessarie al trasporto, allo stoccaggio, al trasferimento degli idrocarburi in raffineria, alle opere accessorie, ai terminali costieri e alle infrastrutture portuali strumentali allo sfruttamento di titoli concessori esistenti, comprese quelle localizzate al di fuori del perimetro delle concessioni di coltivazione». Un chiaro riferimento anche all’impianto di stoccaggio del petrolio lucano a Taranto, per il quale il premier Renzi in visita nella città pugliese il 13 settembre dello stesso anno, era stato duramente contestato (anche il comune era contrario). In quell’occasione fece una mezza promessa. «Quello di Tempa Rossa è una delle vicende che suscitano grandi dibattiti nella popolazione, sono dibattiti su cui talvolta c’è un elemento di tensione slegata dalla realtà portata dei problemi. Affronteremo tutto nel corso degli incontri che già sono in previsione». Tre mesi dopo arrivò l’emendamento che invece sbloccava tutto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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