sabato 10 aprile 2021
Il nuovo provvedimento di Figliuolo è esplicito: si fa per fasce d'età, vaccinati tutti gli ultraottantenni toccherà alle persone tra i 70 e i 79 anni e, poi, tra i 60 e i 69 anni. In arrivo il J&J
A oggi 10 aprile le somministrazioni hanno riguardato 7.368.935 donne e 5.140.963 uomini. Le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi sono 3.812.342. Le dosi sono state somministrate a 3.129.189 operatori sanitari;  518.193 unità di personale non sanitario; 587.500 ospiti di strutture residenziali; 4.376.438 over 80; 242.025 unità delle forze armate; 1.100.621 unità di personale scolastico; la voce  "altro" comprende 2.555.932 persone.

A oggi 10 aprile le somministrazioni hanno riguardato 7.368.935 donne e 5.140.963 uomini. Le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi sono 3.812.342. Le dosi sono state somministrate a 3.129.189 operatori sanitari; 518.193 unità di personale non sanitario; 587.500 ospiti di strutture residenziali; 4.376.438 over 80; 242.025 unità delle forze armate; 1.100.621 unità di personale scolastico; la voce "altro" comprende 2.555.932 persone. - Ansa

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Il commissario straordinario all'emergenza Covid-19, generale Francesco Paolo Figliuolo, in coordinamento con il ministero della Salute, ha firmato l'ordinanza con la quale vengono fissate le categorie di priorità nella campagna vaccinale.

Le categorie di priorità indicate dal ministero della Salute permangono ma vengono temperate con il criterio dell'età.

Il provvedimento recepisce quanto indicato dal premier Mario Draghi in conferenza stampa sul dare priorità assoluta agli over 75 e riscrive i criteri di priorità per accedere ai vaccini: prima gli over 80 e le persone indicate nelle categorie fragili. Dopo di loro la priorità va alle persone di età compresa tra «70 e i 79 anni e, a seguire, di quelle di età compresa tra i 60 e i 69 anni».

Le altre categorie che rimangono prioritarie per la vaccinazione contro il Coronavirus sono prima di tutto quella degli gli operatori sanitari e poi tutte quelle definite dal Piano nazionale per i vaccini.
Nell'ordinanza si specifica che per queste categorie verrà usato soprattutto il vaccino AstraZeneca (ora Vaxzevria).

Chi ha già iniziato il ciclo di vaccinazioni però può concluderlo, anche se non rientra nei nuovi criteri.


Con oltre 12 milioni di dosi somministrate - vale a dire il l 80,4% del totale di quelle consegnate, pari a 15.568.730 (nel dettaglio 10.259.730 Pfizer/BioNTech, 1.320.400 Moderna e 3.988.600 AstraZeneca) - la campagna anti-Covid procede e tenta il cambio di marcia: le Regioni, alcune meglio, altre peggio, spingono sull'acceleratore con l'obiettivo di raddoppiare, almeno, le vaccinazioni giornaliere, entro fine aprile. Quella è la data fissata dal commissario Francesco Paolo Figliuolo per arrivare a somministrare mezzo milione di dosi al giorno: ma il traguardo, prioritario anche per l'esecutivo, è ancora lontano e i tempi stringono. Venerdì 9 aprile si è raggiunto il record delle 299 mila dosi iniettate, verso la quota 300 mila fissata come step di passaggio per il mezzo milione al giorno, spostato a fine aprile.

La novità di oggi è l'ipotesi di posticipare fino a 42 giorni il richiamo di Pfizer, il vaccino più disponibile per quantità e il più affidabile nell'immaginario collettivo. "È possibile allungare l'intervallo da 21 a 42 giorni senza perdere l'efficacia della copertura - ha spiegato Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico -. Questo consente di incrementare le persone che possono ricevere la prima dose".

Secondo stime di Sky Tg24 dal database del ministero della Salute, sono 6,2 milioni le persone vaccinabili ad aprile, considerando le consegne previste nel mese (oltre 8 milioni di dosi); con la seconda dose di Pfizer a 42 giorni i vaccinabili diventerebbero 2 milioni in più, cioè 8,2 milioni.

Per avere un'idea, finora in Italia hanno ricevuto almeno una dose quasi 8,7 milioni di persone.

Il nodo resta sempre quello della fascia d'età 70-79 anni, molto colpita da casi mortali di coronavirus, che è stata vaccinata finora al 19,89% con una dose e appena al 2,48% con due dosi. Ci sono quindi ancora quasi 5 milioni di 70/enni da vaccinare. Tra gli over 80 invece i vaccinati con una dose sono il 68,20%, il 38,79% con due dosi; ne restano da immunizzare un milione e mezzo.

Per quanto riguarda il personale sanitario i vaccinati sono il 91,63% con una dose e il 75,29% con due. Per ciò che concerne il personale scolastico, infine, il 72,13% ha ricevuto una dose e il 0,95% due.

In arrivo le prime 184mila dosi di J&J

Arriverà in Italia la prossima settimana il vaccino di Johnson & Johnson. Si tratta, secondo quanto si apprende, delle prime 184mila dosi circa delle 400-500mila attese entro la fine di aprile. Le fiale dell'unico vaccino monodose dovrebbero arrivare tra martedì e mercoledì all'hub della Difesa all'aeroporto di Pratica di Mare, assieme a 175mila dosi di Astrazeneca. Entro mercoledì, inoltre, Pfizer dovrebbe consegnare in tutta Italia oltre un milione di dosi mentre è prevista sempre per l'inizio della settimana la consegna da parte di Moderna.

In alcune regioni problemi con le scorte dei vaccini​

Cominciano però a verificarsi problemi con le scorte dei vaccini e inoltre sono un discreto numero le persone che rifiutano il vaccino con AstraZeneca.

"Da due giorni abbiamo finito i vaccini Pfeizer, le nuove scorte sono attese per giovedì prossimo: ora non abbiamo le dosi per completare le vaccinazioni degli over 80 e dei soggetti fragili", ha segnalato Massimo
Temussi, il commissario straordinario dell'Ares-Ats, l'azienda per la salute della Sardegna, dove oggi agli over 70 si sta somministrando l'AstraZeneca. Nelle scorse settimane, a causa delle informazioni sul ritiro
temporaneo di questo vaccino e sulle notizie contraddittorie circolate, in Sardegna il 30% delle persone chiamate a riceverlo l'ha rifiutato. "In questi giorni - aggiunge Temussi - dobbiamo anche rallentare: con 11.600 inoculazioni giornaliere in Sardegna abbiamo superato il target di 8.000 dosi di vaccino anti-Covid somministrate. Dobbiamo stare entro i parametri".

Le vaccinazioni presso i 22 centri comprensoriali localizzati in altrettanti comuni irpini riprenderanno regolarmente a partire da lunedì prossimo. Rientra così l'allarme lanciato nella tarda serata di ieri dalla Asl di Avellino che aveva comunicato ai sindaci la sospensione a data da destinarsi della campagna vaccinale. Nella nota della Asl non veniva spiegato che la decisione veniva assunta a causa dell'esaurimento delle scorte dei sieri. La situazione si è sbloccata dopo che la Regione Campania ha comunicato alla Asl l'invio nella giornata di lunedì di una fornitura straordinaria di vaccini per non interrompere la campagna e, per mercoledì prossimo, l'arrivo di una fornitura di 11.700 dosi del Pfizer.

"Sul fronte vaccini siamo al 78% del somministrato sul consegnato e oggi sono stati somministrati 12.446 dosi, e dal 19 aprile verranno somministrate le prime dosi di Johnson&Johnson - afferma il governatore della Liguria, Giovanni Toti -. Stiamo compiendo un grande sforzo per accelerare la campagna vaccinale come ci è stato chiesto, al punto che siamo preoccupati di non ricevere abbastanza dosi per sostenere questo ritmo, anche se una prudente politica di gestione delle scorte ci consente in questo momento di proseguire speditamente".

"C'è qualcuno che non vuole Astrazeneca? Lo prendiamo noi", ha detto ieri il governatore del Veneto, Luca Zaia, facendo il punto sull'assenza di fiale che mette a rischio la programmazione della campagna vaccinale. Al punto che anche un maxi-hub come il Palexpo di Marghera, aperto 4 giorni fa, è già stato chiuso e riaprirà a metà della prossima settimana, perchè l'Ulss 3 di Venezia non ha scorte di vaccini disponibili. "Mentre siamo già in grado di effettuare 5000/6000 vaccinazioni al giorno - ha spiegato il direttore generale dell'Ulss Serenissima, Edgardo Contato - lunedì prossimo ci troveremo ad una disponibilità uguale a zero; avremo due giorni di fermo; poi mercoledì riceveremo le nuove forniture". Le previsioni a breve non sono buone: in regione non arriveranno più di 150.000 dosi di antidoto nei prossimi sette giorni. Tredicimila dosi di AstraZeneca, 126mila Pfizer, 14mila J&J (con punto di domanda).

Non c'è invece alcun problema di scorte in Lombardia, ha fatto invece sapere il presidente Attilio Fontana.

Emergenza carceri. La protesta dei sindacati

"Il 19 di aprile avremo la prima consegna dei vaccini Johnson&Johnson, si tratta di una consegna quantitativamente modesta, 18mila dosi che andranno in prevalenza alle carceri". Lo ha detto l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato. "Saranno destinate - ha aggiunto - per il personale che vi lavora e per i detenuti, speriamo che dal prossimo mese di maggio possiamo avere un ampliamento delle forniture".

Al momento "In Italia i detenuti vaccinati per il momento sono 7.393 mentre i vaccinati tra il personale di polizia penitenziaria, amministrativo ed operatori penitenziari è di 17.566 (in Campania 1.982). Ci sono oggi 871 detenuti contagiati dal Covid (6 in Campania), mentre sono 683 in Italia gli agenti di polizia penitenziaria contagiati (59 in Campania)". Lo ha ricordato Samuele Ciambriello, garante campano delle persone private della libertà personale

Ma sale la protesta dei sindacati di Polizia penitenziaria. Con la nuova ordinanza del Commissario straordinario Francesco Figliuolo "tornano in forte dubbio le vaccinazioni nelle carceri, nelle fasce di priorità, sia per i detenuti sia per la Polizia penitenziaria". Lo sottolinea in una nota Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. "Per quanto sembra emergere dall'ordinanza, infatti, le
vaccinazioni nei penitenziari dovranno proseguire con gli stessi criteri indicati per la generalità della popolazione. Se così fosse - continua -, sarebbe gravissimo e l'Ufficio del Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, che solo qualche settimana fa, anche dopo un nostro specifico intervento, aveva negato qualsiasi rallentamento delle vaccinazioni nelle carceri, questa volta sembrerebbe smentire se stesso".

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