venerdì 24 novembre 2017
Il Comune di Roma contro i furbi. Cambia musica, la crisi abitativa non consente abusi: «Al Colosseo c'è un professionista da 700mila euro che paga 174 euro. Determinati a metter fine a queste storie»
L'assessora alle Politiche abitative di Roma, Rosalba Castiglione

L'assessora alle Politiche abitative di Roma, Rosalba Castiglione

COMMENTA E CONDIVIDI

«Non intendiamo perdere nemmeno un giorno, i nostri uffici sono già partiti con la riacquisizione degli immobili. Più persone accetteranno di liberare volontariamente gli alloggi e più speditamente potremo far entrare chi ha diritto». È l’assessora al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma Capitale, Rosalba Castiglione, a illustrare la strategia del Campidoglio per porre fine al malcostume bollato dalla sindaca come 'Scroccopoli'.

Lei ha invitato chi detiene senza diritto alloggi comunali a lasciarli spontaneamente. In una città abituata a ignorare le regole, quanti lo faranno?
Non siamo ingenui. Ho buoni motivi per essere fiduciosa che molti concittadini risponderanno all’appello: lo ha già fatto una signora con un buon reddito e altre proprietà, che aveva occupato un appartamento vicino via dei Coronari assegnato a una sua parente poi defunta. E lo ha fatto pure un uomo con un reddito di 50mila euro, occupante da oltre 30 anni. E sono solo alcuni esempi.

Ma i 'furbetti' che avete scoperto non sono migliaia?

Dopo aver censito 23mila alloggi, dobbiamo constatare che la realtà ha superato l’immaginazione. Abbiamo individuato circa 2mila persone con redditi alti, con immobili di proprietà o con residenza altrove. E dalle verifiche sono emersi più di 1.600 appartamenti i cui legittimi assegnatari sono deceduti.

Lei descrive situazioni che vanno avanti da anni. Per quali ragioni, a suo parere?

Molti occupanti sono stati semplicemente 'indisturbati', per colpa della mancanza di una volontà politica di fare chiarezza.

In base alle vostre verifiche, potrebbero configurarsi omissioni o responsabilità delle giunte precedenti?

Toccherebbe alla magistratura accertarlo. Politicamente, la musica è cambiata: la crisi alloggiativa non consente, ora più che mai, il permanere di irregolarità. Riacquisiremo, se occorre anche con gli strumenti giudiziari, tutti gli appartamenti in uso a chi non ha titolo e poi li assegneremo ai cittadini che ne hanno diritto.

E coloro che non lasceranno spontaneamente l’immobile?
È evidente che saranno oggetto di un procedimento penale.

Qual è lo stato di manutenzione del patrimonio?

Molti immobili hanno bisogno di manutenzioni straordinarie urgenti. Da troppi anni non venivano effettuati i lavori necessari.

Avete in programma di vendere qualcosa?

Stiamo predisponendo un piano di dismissione e valorizzazione dei beni. Stiamo completando la redazione del Regolamento delle concessioni per gli immobili capitolini. E stiamo lavorando sui troppi appartamenti di pregio sottostimati o con canoni molto lontani dal valore di mercato.

Un’altra 'affittopoli' romana?

Un caso è eclatante: un professionista con reddito di 700mila euro all’anno, oltre a varie proprietà, ha pagato finora un canone di 174 euro al mese per un appartamento 'quasi' vista Colosseo... Siamo determinati a mettere fine a queste storie, debbono diventare brutti ricordi.

Quante famiglie sono in lista d’attesa per la casa popolare?

L’emergenza casa è un 'mostro' che si è nutrito dell’incuria di decenni. Attualmente ci sono circa 10.800 nuclei familiari in graduatoria per la casa popolare, alcuni sin dall’anno 2000. Perciò, dobbiamo far scorrere le graduatorie. Agli alloggi popolari di Roma Capitale vanno aggiunti quelli di proprietà dell’ente regionale Ater sul territorio capitolino. In totale, possiamo stimare almeno 9mila immobili occupati da chi non ha titolo.
Novemila. Quasi quanto le famiglie in lista d’attesa?
Già. Perciò è essenziale ristabilire un percorso di legalità. Ma serve anche una presa di coscienza dei cittadini: chi sottrae un immobile a Roma Capitale lo toglie a un altro cittadino che ne ha diritto e bisogno.

Sono 'guerre fra poveri'.

Purtroppo sì e siamo decisi a scongiurarle. Ma lo scorrimento delle graduatorie non è sufficiente. Le Politiche sociali stanno portando avanti un’azione importante a sostegno delle persone più fragili. E il mio assessorato si è mobilitato per reperire immobili disponibili e anche altri di proprietà di Enti. Abbiamo inoltre individuato 450 alloggi da destinare alle cooperative di autorecupero e stiamo sviluppando progetti per il cohousing.

Con quali fondi?

Sarebbe fondamentale sbloccare i 40 milioni di euro per gli alloggi popolari che dovremmo avere dalla Regione Lazio.

Dov’è la difficoltà?

La strada tracciata dalla Regione non risulta percorribile. Quei fondi, che sono vincolati per legge, devono essere destinati esclusivamente agli alloggi popolari per far scorrere le graduatorie o per fare interventi di ristrutturazione degli stessi immobili. La Regione ci imponeva di impiegarne una parte significativa per gli occupanti abusivi. Non è legittimo.

Come intendete procedere?

Con la Regione Lazio abbiamo avviato un dialogo per modificare le convenzioni attuative delle delibere. A oggi attendiamo ancora una risposta e confidiamo che la Regione sblocchi quei fondi che ci consentiranno di acquistare o ristrutturare appartamenti.

Servirebbe un intervento del Parlamento, con un emendamento alla
legge di Bilancio?
Gli enti locali sono stati lasciati soli ad affrontare la povertà abitativa. Servono fondi maggiori e modifiche legislative. Penso anche all’opportunità di mettere a disposizione le caserme non utilizzate per la realizzazione di alloggi collettivi e le relative risorse per poterli portare a compimento.

L’ipotesi di riqualificare immobili confiscati alle mafie è rimasta un mero proposito?

Niente affatto. Stiamo procedendo anche su questo fronte e il regolamento per le assegnazioni è in dirittura d’arrivo.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: