martedì 20 settembre 2011
​Alcuni immigrati hanno appiccato il fuoco all'interno del Centro di prima accoglienza sull'isola di Lampedusa per protestare contro i rimpatri. Le autorità hanno evacuando la struttura che ospitava 1.300 persone. Ottocento immigrati sono fuggiti ma sarebbero già stati rintracciati. Aperta un'inchiesta.
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Alcuni immigrati hanno appiccato il fuoco all'interno del Centro di prima accoglienza sull'isola di Lampedusa e le autorità hanno evacuato la struttura che ospita oltre 1300 persone. Numerose persone, tra immigrati tunisini e poliziotti e carabinieri, sono rimasti intossicati dal fumo. Le loro condizioni non sono gravi, ma sono stati ricoverati al Poliambulatorio per un controllo. In un comunicato, l'associazione Save The Children, che si occupa di assistenza ai minori, "esprime grande preoccupazione per l'incendio nel CPSA di contrada Imbriacola a Lampedusa, in particolare modo per le sorti di una decina di minori presenti al momento nel centro ed arrivati a Lampedusa nella notte di venerdì 16 settembre". Secondo Save The Children l'incendio è il risultato di una "situazione di tensione" nel centro.

L'associazione ha chiesto anche il trasferimento dei minori non accompagnati presenti a Lampedusa "in strutture adeguate alla loro accoglienza". Gli immigrati chiedevano di essere trasferiti da Lampedusa ma di non essere rimpatriati come, invece, prevede l'accordo firmato di recente tra la Tunisia e l'Italia.

Tutti i tunisini sono stati radunati al campo sportivo di Lampedusa, sotto la stretta sorveglianza delle forze dell'ordine. Gli ottocento immigrati (quattrocento dei quali fermati subito al molo Favaloro) che nella confusione erano riusciti a fuggire, sarebbero stati tutti rintracciati. I danni al centro di accoglienza sono ingenti e non sarebbe agibile. Ora c'è il problema di allestire la struttura per fare dormire questa notte gli stranieri.

La procura di Agrigento aprirà un'inchiesta sull'incendio; lo ha confermato il procuratore capo Renato Di Natale.

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