venerdì 21 dicembre 2012
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«Si candida?». Pausa di riflessione. Risposta secca: «Allora si può scordare il Quirinale...». L’offensiva di Silvio Berlusconi contro Mario Monti parte alla mattina per poi concludersi solo in serata, con l’ennesima e pesante accusa, rilasciata a Gr Parlamento: «I tecnici si sono accucciati di fronte alle richieste della Ue, soprattutto dell’Unione Europea “tedesca” e del nord Europa, che portano soltanto alla recessione. Non è solo un mio giudizio, ma anche di premi Nobel». 
Il Cavaliere sa che per vincere ora, non solo dovrà battere il centrosinistra, ma anche il cartello di liste che appoggeranno il Professore. E lui ci prova a riorganizzare il suo centrodestra, per esempio sposando temi anti-europei («lo spread è indipendente dai governi e dipende da altri fattori»), ma c’è chi si mette per traverso, come la Lega Nord. «Niente accordo con il Pdl se è Silvio a correre per Palazzo Chigi», gli fa sapere il presidente federale della Lega Nord, Umberto Bossi. «Il problema – ribadisce l’ex leader del Carroccio – è che il premier vuole esser lui. L’intesa su un altro nome? La deve trovare prima Berlusconi con i suoi». Bossi però è possibilista, invece, sulla ipotesi di un accordo su un «altro nome».
E in serata arriva anche un’altra doccia scozzese, stavolta per mano degli scissionisti del Pdl, Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Guido Crosetto. «Berlusconi? Non si candidi. È meglio», dicono i tre leader della nuova formazione Fratelli d’Italia.   
Berlusconi inizia la sua giornata in piena offensiva mediatica (domani sarà pure ospite da Massimo Giletti, su Ra1 a “Domenica in - L’arena”), impazzando sulle radio nazionali e sulle tv, rispondendo soprattutto a quanti gli domandano del “segreto di Pulcinella”, ovvero: «Dopo il varo della legge si Stabilità e le dimissioni da Napolitano, Mario Monti scenderà in campo?». E la risposta è «sì». Berlusconi, infatti, è preoccupato e interroga i suoi: «Quanto consenso può farci perdere il Professore?». 
Poi l’ennesimo attacco, stavolta portato attraverso un’intervista rilasciata a Radio Montecarlo: «Monti non dovrebbe aver interesse a diventare un piccolo protagonista della politica italiana, un capo, un capetto di tanti partitini abbandonando il ruolo di deus ex machina come guida di un governo tecnico». Questo nuovo ruolo infatti, sempre per Berlusconi, lo allontana dal Quirinale: «Io credo certamente di sì – dice – perché‚ al Quirinale deve essere eletto qualcuno che possa garantire a tutte le parti in causa un’assoluta equanimità».
Si dice offeso Berlusconi: «Alla riunione del Ppe ho detto che ero a disposizione per farmi da parte, proponendo Monti. Aspettiamo una risposta ufficiale di Monti, che non ha ritenuto nemmeno di fare una telefonata – dice il Cavaliere al Gr Parlamento –. Vedremo che dirà, ma mi vedo costretto a essere ancora io il federatore dei moderati». E ancora facendosi intervistare dalla tv campana Julie News: «Solo con il rovesciamento dell’attuale politica economica si può pensare di uscire dalla crisi».
Oltre a Monti c’è anche un altro nemico: Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc. «I moderati, dal ’48, sono la maggioranza – dice sicuro il Cavaliere -, ma se qualcuno interviene e li divide comporta la vittoria della sinistra. Questo “centrino” con Casini che sta avendo meno voti della Destra di Storace e questi partitini per Monti faranno vincere la sinistra». Ma Casini fa spallucce all’ex alleato di tanti anni fa e guarda ormai a Monti come al nuovo leader dei moderati.
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