venerdì 12 gennaio 2018
Recuperati dai Carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale oltre 250 pastori e personaggi napoletani del ‘700, per un valore di 2 milioni di euro, rubati in abitazione e chiese.
Sgominata la "banda dei presepi", bottino milionario
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Li hanno trovati avvolti nei fogli di giornale, ammassati come refurtiva qualunque. Altri personaggi, più fortunati, erano invece già finiti nelle mani di appassionati, collezionisti di pezzi d'arte. In tutto più di 250 pastori del presepe del '700 napoletano, tra Magi a cavallo, eterei angeli sospesi, dame dagli abiti in tessuto, ma anche animali, musici e tanti popolani, per un piccolo tesoro del valore stimato di 2 milioni di euro.

È l'invidiabile bottino recuperato dal Comando Carabinieri tutela patrimonio culturale, in seguito all'operazione Start Up, coordinata dalla Procura di Isernia con il Nucleo TPC di Napoli, costola di un'indagine che già a settembre aveva sgominato una rete criminale specializzata in furti d'arte sacra in chiese e istituti religiosi.

«È il più importante ritrovamento di pastori mai avvenuto - racconta il procuratore Paolo Albano - e tutto è partito da un piccolo furto, un calice e un reliquiario, in una chiesetta del molisano. Ma grazie ad indagini sempre più estese e a una fitta campagna di intercettazioni si è arrivati a una rete criminale diffusa su tutto il territorio nazionale e al ritrovamento di un numero enorme di opere d'arte».

A settembre ne erano state svelate un centinaio, con anche una Pala d'altare fiamminga rubata in Belgio, e non è escluso, dice il Procuratore, «che si apra una terza parte dell'indagine. Per ora, sono una ventina gli iscritti nel registro degli indagati, a diverso titolo» in tutta Italia, soprattutto nell'hinterland napoletano e Molise. Ma se c'è chi dovrà rispondere di «associazione per delinquere e furto», c'è anche chi invece, all'arte, pur rubata, non sapeva proprio resistere.

«L'abitazione di uno degli indagati, nei pressi di Fiumicino - spiega Albano - era talmente strapiena di oggetti, che si è trovato costretto a riempire anche la cucina». Preziosi e unici, i pastori ora sono tornati a respirare. Tra i pezzi più belli, la fanciulla con lo sguardo basso e la mano allungata, tipica della scuola di San Martino.

Ma nel giallo si apre un altro giallo perché se 49 personaggi sono stati riconosciuti tra quelli spariti nei tre grandi furti effettuati tra il 1999 e il 2000 in due abitazioni di Napoli e nella Chiesa di S. Agnello della Costiera Sorrentina, per tutti gli altri i legittimi proprietari sono ancora sconosciuti. «Nella nostra banca-dati quei pastori non ci sono. Speriamo qualcuno li riconosca dalle foto sui giornali», lanciano l'appello il Colonnello Alberto Deregibus e il Tenente Colonello Valerio Marra dei CTPC.

Intanto verranno affidati al Museo Permanente del presepe napoletano. «In accordo con il Comune - spiega il fondatore Ugo Ricciardi - li esporremo, entro Pasqua, alla Chiesa del Santo Spirito a Napoli. Messi presepiali si sono offerti di recuperarli, perché alcuni sono in pessime condizioni. Soprattutto dobbiamo studiarli, capire di che epoca sono. Non li abbiamo visti tutti, ma una pastorella nella borsetta d'argento aveva dei brillantini: accerteremo se sono veri. Alcuni hanno arti in legno, altri in terracotta, quindi sono di periodi diversi. A Napoli il più importante è il '700, ma se troviamo qualche pastore del '600 - conclude sorridendo - mica lo buttiamo. Il nostro auspicio, poi, è che anche i proprietari dei pezzi riconosciuti vogliano lasciarli al Museo».

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