giovedì 13 aprile 2023
A sette giorni dal ritrovamento del corpo di Papi, prima vittima dell’aggressione di un orso in Italia, le famiglie di tutta la valle hanno acceso un cero alle finestre
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A sette giorni dal ritrovamento del corpo di Andrea Papi, prima vittima dell’aggressione di un orso in Italia, le famiglie del paese e di tutta la valle ieri hanno acceso un cero alle finestre nella triste sera dei suoi funerali. «Andrea è con Gesù, ma rimarrà anche con noi. Lo porteremo con noi!», ha detto per tutti il parroco don Renato Pellegrini per sostenere una famiglia e una comunità, che «vede continuare ancora il Venerdì Santo, ma che saprà ritrovare la speranza».

L’identificazione dell’orsa. A uccidere il giovane runner, che tornava da un allenamento di corsa sul monte Peller, è stata JJ4, un esemplare problematico che già nel 2020, in compagnia dei suoi cuccioli, aveva aggredito due uomini, padre e figlio, sul monte Peller. Si tratta dunque di una “vecchia conoscenza” dei forestali trentini che all’epoca erano riusciti a catturarla e avevano chiesto all’Ispra, il competente Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, di poter procedere all’abbattimento, ottenendo però un parere negativo. In quell’occasione si era espresso per due volte anche il Tribunale amministrativo regionale (Tar): in un primo momento per negare la possibilità di abbattere JJ4, in un secondo momento - dopo un’altra ordinanza del presidente della Provincia Maurizio Fugatti - per dire “no” alla cattura del plantigrado, a seguito di un ricorso degli ambientalisti che si erano appellati al fatto che l’orsa aveva con se i cuccioli.

L’orsa che ha ucciso Andrea è nata nel 2006, è stata avvistata l’ultima volta a novembre dello scorso anno. È figlia di due capostipiti del progetto Life Ursus, ovvero Joze e Jurka (le due iniziali si ritrovano nella denominazione JJ4), due esemplari prolifici che facevano parte del primo nucleo di orsi trapiantati in Trentino dallo Slovenia nei primi anni Duemila.

Il radiocollare c’è, ma non va. «Ora sappiamo chi è, ma non sarà facile prenderla» dicevano ieri i Forestali parlando con le troupe televisive che sono tornate a Caldes per i funerali. Infatti, è stato applicato un radiocollare nel 2020 e nel 2022 , ma il dispositivo nel tempo si è scaricato: «I limiti del radiocollare sono fortissimi – ammette Fabio Angeli, direttore del distretto forestale di Malè - ma al momento non esiste uno strumento alternativo». Oltre alla batteria, c’è la «struttura morfologica dell’orso, che ha il collo dello stesso diametro della testa». «Si farà di tutto per catturare l’orsa nel più breve tempo possibile. Tutto, però, dovrà essere fatto in sicurezza, seguendo dei protocolli ben precisi» aggiungono i forestali che ammettono però di non sapere se JJ4 aveva con sé i cuccioli quando ha aggredito Papi. «Normalmente, infatti, i cuccioli abbandonano la madre proprio in questo periodo».

L’omelia del parroco. Una fila lunghissima – preceduta dai sindaci della Valle con le loro fasce tricolori – ha accompagnato il feretro bianco di Andrea alla piccola chiesa per la Messa, durante la quale il parroco ha ricordato un ragazzo di 26 anni che è stato «luce per la sua famiglia, una presenza entusiasta nella comunità, uno che amava lo sport, studiare e lavorare, attento, sensibile, preciso». «A noi ora è chiesto di vivere come nostro il dolore dei familiari di Andrea e offrire loro la nostra vicinanza colma di affetto – ha aggiunto il parroco che ha portato anche il pensiero dell’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi - , la nostra partecipazione fatta non di parole di circostanza, ma di riflessione silenziosa e di impegno a costruire una società più fraterna».

Va al microfono anche la fidanzata Alessia al termine della Messa: «La nostra natura – dice rivolgendosi ad Andrea - farà sempre parte della mia vita e ogni vetta raggiunta avvicinerà di nuovo il mio cuore al tuo. Ti amo, fino all’infinito e oltre» dice, mentre la sorella Laura aggiunge: «Guardaci. Aiutaci da dove sei, stacci sempre vicino nei momenti più bui». Dal pulpito, a Messa finita, c’è anche chi vuole esprimere l’indignazione. È il papà della vittima, Carlo Papi. «Andrea sarai sempre nei nostri cuori - dice - ma se qualcuno ha fatto degli errori si tolga la corona e faccia mea culpa».

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