martedì 9 giugno 2015
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C’è al Nord una Regione, anzi una Provincia, che non dice no ai richiedenti asilo, che non invita i Comuni a non accoglierli. E che anzi sta per far partire un progetto che coinvolge le amministrazioni locali e le associazioni per impegnare questi migranti in iniziative di volontariato e in altre attività di utilità sociale. È la Provincia autonoma di Trento che ha accolto quasi mille richiedenti asilo (attualmente sono circa cinquecento), rispondendo in pieno agli accordi del 10 luglio 2014 in Conferenza Stato-Regioni. «Le polemiche di questi giorni sono stucchevoli – sottolinea il presidente Ugo Rossi –. Noi vogliamo farli sentire uomini con la loro dignità». Certo, ammette, «qualche problema lo abbiamo avuto anche noi, ma alla fine siamo riusciti a distribuirli su tutto il territorio provinciale, avendo un’ottima risposta. Il fenomeno c’è, non va subìto ma gestito, con accoglienza e applicando le regole». Proprio per questo la Provincia si è dotata fin dal 2001 di un’apposita struttura, il Cinformi (Centro informativo per l’immigrazione), unità operativa del Dipartimento salute e solidarietà sociale. Obiettivi sono sviluppare la conoscenza dell’immigrazione; favorire e sostenere la comunicazione tra gli attori sociali e la partecipazione alla vita comunitaria; promuovere l’informazione per facilitare l’accesso ai servizi pubblici; favorire percorsi di protezione e di inclusione dei migranti. Dai corsi di italiano, all’assistenza legale, dall’animazione alla formazione professionale. Comprese iniziative di promozione, con finanziamenti europei, di attività lavorative dopo il riconoscimento dello status di rifugiato.
Una buona organizzazione che si cala in un ambiente che accoglie. Così poche settimane fa su iniziativa degli studenti del liceo scientifico "Leonardo da Vinci" di Trento, si è tenuto un incontro coi richiedenti asilo, per promuovere conoscenza e integrazione: sport (calcio e cricket), musica e cucina, tutti insieme. Riuscito talmente bene che si replicherà in altre scuole, sempre in collaborazione con Cinformi.Ma il progetto più importante è quello che vuole coinvolgere i richiedenti asilo in attività sociali. Anche qui si è partiti da esperienze positive di collaborazione tra provincia, comuni e associazioni. Si è cominciato in Val di Non dove una trentina di migranti, ospitati nel piccolo paese di Castelfondo, hanno lavorato, affiancati da tutor, per attività di pulizia del verde nei cantieri comunali di Cloz, Cavareno, Fondo, Castelfondo e Sarnonico. Lavoro in cambio di formazione. Un bel progetto che vede la Comunità di Valle e i cinque comuni affiancati anche qui da Cinformi. Così come per il progetto "Un impegno comune per i beni comuni", che ha preso l’avvio a marzo nel comune di Rovereto, dove si trova a Marco il più grande centro di accoglienza, ma dove esiste anche un’accoglienza "diffusa" dei richiedenti asilo, in appartamenti messi a disposizione da volontari, parrocchie e dalla stessa provincia. Il protocollo firmato tre mesi fa prevede il coinvolgimento dei richiedenti asilo in attività realizzate in collaborazione con realtà del territorio.Esperimenti riusciti. Così ora, spiega ancora Rossi, «dopo queste esperienze positive vogliamo approvare una delibera con linee guida che prevedano, a fronte di un’assicurazione, la possibilità di attivare una collaborazione tra comuni e associazioni di volontariato per l’impiego dei richiedenti asilo in attività sociali». Attività già previste in una circolare del ministero dell’Interno, poco concretizzate altrove, è che ora qui si vuole rendere strutturali.
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