sabato 17 settembre 2016
​Convention del centrodestra senza politici. Spazio alla società civile «Entro cinque mesi pronto un programma di governo».
Una via d'uscita, senza demagogia (Gianfranco Marcelli)
La sfida di Parisi: noi l'alternativa a Renzi
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Il colpo d’occhio quasi stupisce in positivo. Duemila posti a sedere, tutti occupati. Il totale dei registrati all’evento, al primo dei due giorni, supera quota quattromila. Alla luce delle precarie condizioni in cui versa il centrodestra moderato – diviso in tanti 'partitini' incapaci di intercettare un ampio consenso nell’elettorato –, il numero dei partecipanti può già essere considerato un buon risultato. La platea è eterogenea. Ci sono persone di tutte le età, dai giovani ai pensionati, e di diverse estrazioni sociali: dai rappresentanti del mondo della scuola a quelli del tessuto produttivo e industriale. È la cosiddetta 'società civile', insomma, la protagonista assoluta sul palco (ma netta maggioranza anche nel pubblico) alla convention organizzata allo spazio Megawatt di Milano da Stefano Parisi. Il titolo è 'Energie per l’Italia Idee per riaccendere il Paese', ma il sottotitolo può essere tranquillamente 'la discesa in campo' dell’uomo capace di unire il centrodestra nella corsa contro Beppe Sala a Palazzo Marino. Parisi, infatti, va dritto al punto e non nasconde l’ambizioso obiettivo a cui punta con questo progetto: «Oggi gettiamo le fondamenta di una nuova piattaforma di governo, liberale e popolare che sarà pronta in 4-5 mesi. È una comunità politica 'per qualcosa e non contro qualcosa' che si colloca nel centrodestra per rivitalizzare e parlare agli elettori delusi, sconfortati». Al fianco dell’ex manager di Fastweb in questo inizio d’avventura ci sono, tra gli altri, Massimo Gandolfini, portavoce del Family Day, Giancarlo Cesana di Comunione e Liberazione, l’altropologa Maryan Ismail (alle ultime Comunali candidata con il Pd e poi uscita dal partito sbattendo la porta) e suor Anna Monia Alfieri, presidente della Fidae Lombardia ed esperta di questioni scolastiche. Quest’ultima, in particolare, riceve gli applausi più calorosi quando parla della necessità di «garantire e non solo riconoscere la libertà di scelta educativa della famiglia» e di quanto siano penalizzate le scuole paritarie. Si parla di welfare, lavoro, sanità, sussidiarietà e, soprattutto, di famiglia, con Gandolfini che evidenzia «la necessità di politiche economiche in grado di sostenere i nuclei in difficoltà dopo le tante promesse non mantenute».  La scaletta degli interventi è rapida, massimo dieci minuti a testa. Il padrone di casa ringrazia tutti: «Chi parla qui lo fa perché crede che in Italia sia necessaria un’alternativa concreta al centrosinistra e a Renzi. Sono persone libere, che non aderiscono necessariamente a 'Energie per l’Italia'». I politici, pochissimi, restano volutamente – e come da programma – ai margini. C’è qualche ex ministro di 'peso' come Claudio Scajola. Si fanno vedere anche dirigenti di punta del vecchio Pdl come Maurizio Lupi, Roberto Formigoni e Maurizio Sacconi, curiosi di testare la capacità aggregante e innovativa di Parisi. La presenza di Forza Italia è ridotta all’osso: Mariastella Gelmini, Gianfranco Miccichè, Francesco Giro. Quest’ultimo si muove per il Megawatt tenendo tra le mani, quasi fosse un simulacro, 'L’Italia che ho in mente', un volume che raccoglie i discorsi a braccio degli ultimi vent’anni di Silvio Berlusconi. «Parisi sarà un protagonista di Forza Italia, per me fa già parte della famiglia ma Berlusconi resterà alla regia con un ruolo di primo piano». Eppure per sentire nominare l’ex Cavaliere serve un intervento di una ragazza dal pubblico alle 16:50, a circa due ore e mezza dall’avvio della kermesse: «Io credo ancora in lui e nello spirito del ’94». L’ex premier, sulla carta, resta tra i principali sponsor di Parisi, avendogli dato il mandato esplorativo di riunificare un universo politico in frantumi, ma il silenzio di Arcore è di difficile interpretazione. Certo, le assenze della nomenclatura si notano eccome. I capigruppo alle Camere, Paolo Romani e Renato Brunetta, disertano l’appuntamento. Il governatore ligure, Giovanni Toti, preferisce marcare ancora di più le distanze presenziando al raduno leghista di Pontida. «Per me non è un problema se preferiscono stare a casa», taglia corto sulle assenze Parisi. Ma il richiamo per tutti è netto: «Non esistono due centrodestra, ma uno solo alternativo a Renzi». E il messaggio che passa dalla sua convention parla chiaro: «Più dei politici, conteranno le idee».
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