giovedì 5 agosto 2021
La bambola della Mattel celebra Sarah Gilbert, l’esperta che ha co-inventato la "formula" vaccinale anti-Covid
La scienziata Sarah Gilbert, tailleur nero e capelli rossi, in versione Barbie insieme ad altre bambole ispirate alle donne attive nel campo sanitario

La scienziata Sarah Gilbert, tailleur nero e capelli rossi, in versione Barbie insieme ad altre bambole ispirate alle donne attive nel campo sanitario - Reuters / Università di Oxford

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Tailleur nero, camicetta bianca, lunghi capelli rossi e occhialoni da intellettuale. Così veste la nuova Barbie, l’iconica bambola californiana che Mattel, l’azienda che la produce dal 1959, ha dedicato a Sarah Gilbert, la scienziata dell’Università di Oxford che ha co-inventato la formula del vaccino contro il Covid-19 prodotto da AstraZeneca. Non è la prima volta che la ricercatrice, 59 anni, originaria del Northamptonshire, viene celebrata per il prodotto salvavita messo a punto nei laboratori dell’Istituto Jenner. A giugno, durante gli Internazionali di tennis di Wimbledon, la donna si è vista dedicare una sontuosa standing ovation allo stadio; pochi giorni prima era stata pure insignita dalla regina Elisabetta del titolo nobiliare di “dama”. L’idea di aver prestato la sua immagine a una bambola, amata da milioni di bambine in tutto il mondo, le è parsa all’inizio davvero «molto strana».


«L’idea all’inizio mi è sembrata strana, poi ho pensato che possa ispirare una carriera nell’ambito della ricerca»

Poi, però, ha spiegato in un’intervista alla Bbc, «ho pensato che possa ispirare una carriera nell’ambito delle scienze, suggerendo percorsi che i bambini neppure conoscono». Come quello, appunto, della ricerca sugli antidoti contro il coronavirus che gli esperti del Regno Unito (che ieri ha fatto i conti con altri 29.312 casi e 119 morti da Covid-19) ritengono talmente sicuri da poter essere iniettanti, per adesso, anche ai ragazzi tra 16 e 17 anni, persino senza il consenso dei genitori. La Barbie ispirata alla ricercatrice eroina rappresenta per il colosso dei giocattoli un «riconoscimento ai sacrifici affrontati da coloro che lavorano in prima fila» contro la pandemia. Un modo, ha precisato Lisa McKnight, responsabile del settore bambole, per «illuminare i loro sforzi» e «alimentare l’immaginazione dei bambini in direzione del loro esempio».

Accusata in passato di aver stereotipato l’immagine della donna in una bambola dai lunghi capelli biondi e dai grandi occhi blu, l’azienda, va precisato, ha proposto oltre alla vaccinologa altre cinque Barbie dedicate a personaggi femminili che si sono distinti nell’ambito delle scienze, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica: due operatrici sanitarie americane, Amy O’Sullivan e Audrey Cruz, l’attivista canadese Chika Stacy Oriuwa, la ricercatrice biomedica brasiliana Jaqueline Goes de Jesus e il medico australiano Kirby White. Le Barbie-scienziate allargano la gamma delle professioni (circa 200) e dei look proposti alle bambine, arrangiati anche rispetto alle diverse etnie. Non solo vestiti da sogno per ogni occasione, insomma, ma anche tute da astronauta, divise da vigile del fuoco, giacche da pilota di aerei, completini da maratoneta modello Dina Asher-Smith.

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