lunedì 3 ottobre 2022
Da giovedì 22 settembre è cambiata la grafica, rinnovata per andare incontro a chi ha problemi a decifrare le parole
Popotus, la nuova veste ad alta leggibilità. L'invito alla presentazione
COMMENTA E CONDIVIDI

La nuova veste di Popotus verrà presentata nel corso di un evento che si terrà il prossimo 5 ottobre alle ore 17.30 al Meet Digital Center di Milano in via Vittorio Veneto 2, con un parterre d’eccezione. All’incontro, che verrà coordinato da Nicoletta Martinelli, curatrice di Popotus, saranno presenti le persone che hanno contribuito alla realizzazione della nuova versione alta leggibilità: Della Passarelli, direttrice della casa editrice Sinnos che da anni lavora sull'alta leggibilità nei libri per bambini e che ha realizzato il font «Leggimi», Bruno Spinetoli, neuropsichiatra infantile che molto ci ha insegnato su Bes e Dsa e Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, che ha creduto nel progetto e lo ha sostenuto con passione: «L’attenzione al lettore e, con Popotus, al lettore bambino è la nostra priorità, così come venire incontro ai bisogni dei più fragili. Popotus cambia nella forma, ma non nella sostanza – spiega Tarquinio – per essere ancora di più alla portata del pubblico che ha a cuore». L’incontro vanta anche la partecipazione straordinaria di Andrea Delogu, conduttrice e scrittrice, autore del libro «Dove finisco le parole, storia semiseria di una dislessica».


Popotus cambia faccia. In modo evidentissimo. Giovedì prossimo, il 22 settembre, vi farà sgranare gli occhi. Anzi, no: sgranare gli occhi è proprio quello che non serve. La nuova veste grafica di Popotus è ad alta leggibilità: il carattere scelto per i testi, l’interlinea più che abbondante, le colonne più larghe e più spaziate tra loro facilitano la lettura.

A tutti, ma soprattutto ai tanti bambini che hanno problemi ad affrontare un testo scritto: la burocrazia – che sintetizza interi mondi in una sigla – parla di Bes e Dsa. Per esteso bisogni educativi speciali e disturbi specifici dell’apprendimento che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente. I Bes non sono una malattia e neppure un disturbo ma una difficoltà e, quindi, sono anche superabili. Rientrano in questa categoria i bambini di origini straniere che hanno ancora difficoltà con la nostra lingua oppure quelli italianissimi che vivono in una condizione svantaggiata: per esempio, chi ha dovuto passare molto tempo in ospedale senza frequentare la scuola. Oppure gli alunni un po’ più lenti nell’imparare o i bambini che vivono in famiglie che non possono o non riescono a seguirli o che non considerano lo studio una priorità.

E poi ci sono i bambini Dsa, con di-strurbi specifici in questi casi è presente la compromissione di alcune funzioni strumentali. Il problema può riguardare, per esempio, il movimento degli occhi, che può non essere efficiente. Succede con la dislessia, quando si confondono le lettere. Secondo i dati più recenti pubblicati dall’Istat, nelle scuole italiane questi alunni – Bes e Dsa – sono in costante aumento. Le ragioni di questo aumento sono diverse, prima tra tutte una maggiore consapevolezza del problema da parte degli adulti e, quindi, una più attenta osservazione dei bambini da parte di docenti e genitori che permette interventi di aiuto tempestivi. E per fortuna. Se le cause della dislessia non sono chiare, nel 2010 è stata emanata una legge specifica per affermare che la dislessia esiste. Prevede anche un piano didattico personalizzato – il Pdp – e una serie di strumenti per facilitare lo studio dei ragazzi.

Oggi tutti i sussidiari sono digitalizzati, cioè si possono leggere al compu-ter: questo consente di cambiare i caratteri, ingrandire il testo ed evitare quel sovraffollamento di lettere che manda in confusione gli alunni dislessici. Esistono i libri parlati anche per la scuola – come quelli che troviamo in libreria nel reparto audiolibri e per chi ha problemi con i numeri ci sono le calcolatrici parlanti. I dislessici testimoniano della bravura degli insegnanti, che sono chiamati a essere flessibili sulla possibilità di trovare strade diverse per raggiungere l’obiettivo. Anche Popotus ha voluto dare il suo contributo: da ventisei anni perfezioniamo il nostro approccio all’infanzia, il linguaggio con cui tradurre il complesso mondo dell’attualità e della cronaca per un pubblico bambino. La nostra ambizione è che anche i più piccoli, i lettori esordienti, trovino qualche articolo da leggere da soli, senza intermediari. Poi ci sono pagine più difficili da affrontare e per quelle un po’ di confidenza con la lettura è indispensabile.

D’ora in avanti non solo la sostanza sarà a misura di tutti i nostri lettorini e lettorine ma anche la forma: la font utilizzata nei testi – si chiama “Leggimi” – è stata messa a punto dall’Editore Sinnos per facilitare la lettura. Un’azione che richiede sempre impegno e concentrazione ma che in presenza di problemi specifici può rivelarsi una fatica troppo grande. Non è giusto che qualcuno rinunci. Questa font aiuta a superare alcuni ostacoli. Le lettere hanno uno spessore uniforme, tra loro c’è una spaziatura adeguata e sono disegnate in modo che non si possano scambiare le une con le altre. I bambini che soffrono di dislessia tendono a confodere la b con da d, la m con la n, la p con la q: negli alfabeti più comuni sono lettere disegnate in modo simile e confonderle è facile, con la font “leggimi” lo è molto meno.

E poi ci sono altri trucchetti: l’interlinea è consistente, così è più facile tenere il segno e seguire il ritmo della frase, e anche lo spazio tra una colonna è l’altra è notevole. Le frasi in neretto non solo sottolineano i concetti salienti ma sono un ancoraggio per lo sguardo. Al testo non viene mai applicato il kerning, cioè non viene ridotto lo spazio tra una lettera e l’altra per evitare che si impastino tra loro, né viene deformata la “scala orizzontale” dei caratteri, ovvero la loro larghezza: la o resta sempre bella rotonda! Infine, alcuni articoli si possono ascoltare: basta inquadrare il QR code nel testo, cliccare sul link e godersi la lettura ad alta voce. Allora, appuntamento a giovedì: Popotus forse non è il più bello di tutti. Di sicuro, però, bello lo è per tutti.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: