giovedì 19 marzo 2020
L' omelia alla messa, in streaming, per il 26° anniversario dell'uccisione di don Peppe Diana. "Oggi dobbiamo lottare contro un nemico insidioso", il Covid-19, ma "la criminalità è ancora prepotente"
Casal di Principe, la città di don Diana

Casal di Principe, la città di don Diana - .

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"La memoria di don Peppino Diana ci invita, anzi ci chiama ad essere vigilanti, ad essere come sentinelle attente a riconoscere i segni di una "pandemia" che è sociale e spirituale insieme, di quella "pandemia" che chiamiamo "camorra", o in altre forme di "malavita organizzata"". Sono le parole molto forti del vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, nell'omelia della messa per il 26° anniversario dell'uccisione del parroco di Casal di Principe. Una celebrazione in diretta streaming. Vuota la chiesa di San Nicola, la parrocchia di don Peppe, dove lo colpirono i killer della camorra. Solo il vescovo, il vicario generale don Franco Picone e il vicario foraneo, don Franco Manzo.

Una scelta sottolineata da Spinillo. "La modalità con cui partecipiamo a questa celebrazione dice che stiamo vivendo un tempo che chiede un nuovo impegno, un tempo che sembra chiederci di cambiare tante delle nostre ordinarie abitudini di vita". Certo, ha ammesso, "avremmo voluto essere qui a Casal di Principe, come negli anni scorsi, a vivere la gioia dell’incontro con tanti amici desiderosi, come noi, di camminare insieme, di gridare con entusiasmo, a tutti, la speranza di essere protagonisti di pagine nuove per la storia della nostra terra e della nostra società". Però, ha avvertito, c'è "un nemico non facilmente individuabile" che "tende le sue insidie alla vita delle persone e della nostra società. Giustamente viene definita "pandemia".

Ancora una volta siamo chiamati, in qualche modo a lottare contro un nemico insidioso". E da qui parte la forte riflessione col paragone tra "pandemia" e criminalità organizzata. Che ancora non è vinta, denuncia il vescovo. "Della "camorra", purtroppo, - è il suo allarme - il nostro popolo continua, in varie forme, a subire le prepotenze e quelle asfissianti forme di corruzione che impediscono un vero progresso per la vita della nostra terra. Questa è una forma grave di “pandemia” che facilmente ha prodotto e ancora produce assuefazione e che potrà essere combattuta soltanto con una vera conversione spirituale". Sono, insiste Spinillo, "i germi letali dell’egoismo, delle smanie di prepotenza, della sete di dominio sulla vita degli altri, delle logiche del potere e degli affari" che "covano nei pensieri di uomini e di donne per i quali il denaro, il proprio particolare interesse è valore unico, per i quali, come dice San Paolo "il ventre è il loro dio"".

Una denuncia forte ma anche un messaggio di speranza. "Noi non ci arrendiamo a questa inesorabile prospettiva e viviamo davvero come una grazia immensa il poterci oggi raccogliere intorno all’altare sul quale celebriamo il sacrificio di Gesù, sul quale al sacrificio di Gesù si unisce il sacrificio di don Peppino Diana, e sul quale anche ciascuno di noi presenta il suo desiderio di partecipare all’infinita bontà di Dio". E così la memoria si fa impegno, ancora più in questi drammatici giorni. "Sento di voler dire un fraterno grazie a tutti voi che, anche da lontano, partecipate a questa celebrazione, a voi che vivete con noi la memoria di don Peppino Diana. Vi dico grazie, fratelli ed amici, perché intorno a questo altare, nella partecipazione al sacrificio del Cristo, abbiamo la consapevolezza e la speranza di essere un popolo nuovo, chiamato a vivere il bene nella sua verità, senza limiti, all’infinito e per sempre. Questa consapevolezza, seguendo il Cristo Signore ed il suo Vangelo, ci darà la forza per essere coraggiosi, generosi, fiduciosi nel futuro che vogliamo costruire con la nostra gente, e che Dio vuole per i suoi figli".

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