giovedì 26 febbraio 2009
Sanzione di 12,5 milioni di euro per 26 produttori e all'associazione di categoria. «Intesa restrittiva della concorrenza finalizzata a concertare gli aumenti del prezzo».
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L'Antitrust ha multato per complessivi 12,5 milioni il «cartello» delle pasta. Il Garante ha infatti deliberato che le società Amato, Barilla, Colussi, De Cecco, Divella, Garofalo, Nestlè, Rummo, Zara, Berruto, Delverde, Granoro, Riscossa, Tandoi, Cellino, Chirico, De Matteis, Di Martino, Fabianelli, Ferrara, Liguori, Mennucci, Russo, La Molisana, Tamma, Valdigrano, insieme all'Unipi, Unione Industriali Pastai Italiani, hanno posto in essere un'intesa restrittiva della concorrenza finalizzata a concertare gli aumenti del prezzo di vendita della pasta secca di semola da praticare al settore distributivo.   Sono invece risultate estranee all'intesa, a diverso titolo, le società Gazzola, Mantovanelle e Felicetti, nei confronti delle quali era stata ugualmente avviata l'istruttoria. I produttori sanzionati - fa sapere l'Antitrust con una nota  - sono rappresentativi della stragrande maggioranza del mercato  nazionale della pasta (circa il 90%) e Unipi è l'associazione  di categoria più rappresentativa del settore.  L'Autorità ha sanzionato, con 1.000 euro, anche l'intesa realizzata da Unionalimentari, Unione Nazionale della Piccola e Media Industria Alimentare che, in quanto associazione d'impresa, ha divulgato una propria circolare per indirizzare gli associati  verso un aumento uniforme di prezzo. Nella determinazione dell'importo  base delle sanzioni l'Autorità «ha ampiamente tenuto conto della situazione economica del settore della pasta, in  considerazione dell'eccezionale incremento subito dal costo della materia prima nonchè della complessiva situazione di progressivo peggioramento delle performance economiche delle  imprese del settore». Le due intese hanno di fatto interessato  l'intero mercato della produzione della pasta ed hanno avuto effetti evidenti sul mercato in termini di aumento medio dei prezzi di cessione alla grande distribuzione organizzata e,  conseguentemente, del prezzo finale praticato dai distributori ai consumatori. In particolare - spiega l'Antitrust - l'intesa  realizzata da Unipi e dai 26 produttori è durata dall'ottobre  2006 almeno fino al primo marzo 2008. Dal maggio 2006 al maggio  2008 il prezzo di vendita della pasta al canale distributivo ha  registrato un incremento medio pari al 51,8%, in buona parte trasferito al consumatore, visto che il prezzo finale è cresciuto nello stesso periodo del 36%.
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