martedì 29 marzo 2022
Arrivano 728 richieste di modifica, 484 sono del Carroccio e hanno natura «ostruzionistica»
Ius scholae, raffica di emendamenti della Lega
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Una valanga di emendamenti, soprattutto targati Lega e Fratelli d’Italia, rischiano di rallentare l’iter in commissione della proposta di legge sulla cittadinanza a prima firma Giuseppe Brescia (M5s), che già non si prospettava facile. Per questo, alla luce delle 728 richieste di modifica lo stesso Brescia, anche presidente della commissione Affari costituzionali alla Camera, ha assicurato che incontrerà «nei prossimi giorni i rappresentanti di tutti i gruppi per definire possibili punti di incontro sulle diverse richieste di modifica».

Il testo unificato prevede che possa acquistare la cittadinanza il minore straniero nato in Italia o che abbia fatto ingresso in Italia entro il compimento del dodicesimo anno di età, che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia e abbia frequentato regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno 5 anni, uno o più cicli scolastici o percorsi di istruzione e formazione professionale. Una struttura generale della legge che di fatto piace al Pd che, per bocca del capogruppo in Commissione Stefano Ceccanti, si dice sostanzialmente d’accordo con l’impianto del testo con i 15 emendamenti presentati dai dem che servono solo a «dare al nostro Paese una legge finalmente all’altezza dei tempi e in grado di interpretare al meglio le trasformazioni degli ultimi decenni».

Ma a preoccupare sono soprattutto le 484 proposte di modifica «ostruzionistiche » presentate dalla Lega («Siamo contrari al testo, non serve a nulla », taglia corto il capogruppo in commissione Igor Iezzi) e le 167 di Fratelli d’Italia, a cui si aggiungono 11 da Italia Viva che mirano ad inserire «il criterio meritocratico del completamento degli studi universitari », 10 da Forza Italia, 9 dal M5s, 5 rispettivamente da Leu e Coraggio Italia, 11 da Azione - PiùEuropa, 9 da Europa Verde, 2 da Alternativa. Tuttavia il presidente- relatore Brescia vuol tentare ancora la carta della mediazione. «In queste ultime settimane in commissione abbiamo discusso in maniera ordinata di tutto e continueremo a farlo anche su questa proposta di legge molto attesa – spiega –. È una questione di civiltà che va sottratta dalla campagna elettorale di qualsiasi partito».

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