mercoledì 22 gennaio 2014
​Slitta il dibattito in commissione. Il primo scoglio è una sorta di salvagente per i partiti regionali. Bossi attacca: "Renzi accoltellatore". 
Acli: rischio trasformismo e instabilità 
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Primi intoppi per l'Italicum, la nuova legge elettorale frutto dell'accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi che in questi giorni sta accendendo il dibattito politico e che adesso passa all'esame delle Camere. L'approdo in Commissione Affari istituzionali, previsto per le 14 di oggi, è slittato in serata. Tra le dimissioni del presidente del Pd Gianni Cuperlo, simbolo evidente dei malumori dell'ala bersaniana, gli anatemi lanciati dai piccoli partiti che temono di venire cancellati dalla soglia di sbarramento, i distinguo di Angelino Alfano (Ncd) che chiede con insistenza l'introduzione delle preferenze e le accuse di Beppe Grillo che rilancia con un referendum on-line, il clima resta teso e le incognite sul tappeto sono molte. Lo slittamento del dibattito secondo le motivazioni ufficiose circolate in Parlamento è che gli uffici della Camera che assistono il relatore Francesco Paolo Sisto (Fi) stanno cercando di confezionare la cosiddetta «norma salva Lega». Il diretto interessato nega: "Si tratta di notizie prive di fondamento, presenterò il testo base della legge elettorale stasera perché possa essere in aula il 27 gennaio" Il Carroccio con lo sbarramento al 5% per i partiti coalizzati rischia di rimanere fuori dal Parlamento se si andasse a votare con l’Italicum visto che alle ultime elezioni di febbraio 2013 il bottino fu assai modesto: appena il 3,9% a livello nazionale. La proposta di legge presentata l'anno scorso (il cosidetto Pillolato) prevedeva la salvaguardia dei partiti regionali, vale a dire una soglia più bassa per i simboli che avessero raggiunto il 10% almeno in tre circoscrizioni alla Camera e al Senato l'8% in almeno cinque Regioni o il 15% in una sola. Norme su misura per il Carroccio. Oggi il problema si ripropone e la Lega ha presentato le sue richieste all’alleato Fi, chiedendo un salvagente. Ipotesi che ovviamente incontra le resistenze degli altri partiti più piccoli che non godrebbero di questa agevolazione.

Sulla legge elettorale in serata è intervenuto Umberto Bossi in maniera molto critica. "Renzi non mi piace, non mi piacciono gli accoltellatori".  Parole dure anche per l'ex alleato Berlusconi. Quando fai una legge così.. sono scettico sul suo comportamento" ha detto Bossi.  Un altro problema messo sul tavolo dai rappresentanti del Nuovo centro destra è quello delle multicandidature che però potrebbe presentare profili di costituzionalità. L’Italicum prevede un meccanismo casuale che non mette direttamente in collegamento i voti espressi e il candidato eletto. Non sapendo dove scatta il quorum (visto che il riparto dei seggi è nazionale su base proporzionale) il partito di Alfano ritiene irrinunciabile la necessità di poter presentare i candidati forti in più collegi. Sulle preferenze il Nuovo centrodestra non molla, "porteremo avanti la nostra richiesta", ha detto Gaetano Quagliarello, mentre da Forza Italia arriva una proposta alternativa. "Sicuramente meglio le preferenze, ma un'alternativa ci può essere qualora si stabilisca una regola ferrea interna al movimento di Forza Italia: tre legislature (massimo 15 anni) in Parlamento. Una legge uguale per tutti, eccetto che per il leader" propone Mario Mantovani, vice presidente della Lombardia.

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