giovedì 5 giugno 2014
Rinviata l’estensione degli 80 euro chiesta da Ncd. Accordo politico nella maggioranza: nella legge di Stabilità norma specifica legata ai carichi familiari.
Quell'atteso segnale che mai arriva di Gianfranco Marcelli
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L'allargamento del bonus da 80 euro alle famiglie numerose (quelle con almeno tre figli) mono-reddito slitta a fine anno, ma la maggioranza si impegna a varare una norma che sarà inserita all'interno della legge di stabilità, per sanare un'"ingiustizia" che vede oggi le famiglie moreddito penalizzate rispetto a quelle dove entrambi i genitori lavorano (e possono usufruire, se entrambi i coniugi hanno un reddito inferiore ai 25mila euro, di due bonus differenti). L'accordo raggiunto nella maggioranza, spiega la senatrice Federica Chiavaroli di Ncd, prevede di rinviare l'intervento alla legge di stabilità per mancanza di coperture finanziarie. Nel decreto Irpef sarà specificato che in quella sede si dovrà prestare particolare attenzione ai carichi familiari. L'emendamento approvato stamattina dice testualmente che all'interno della legge di stabilità "saranno prioritariamente previsti interventi di natura fiscale che privilegino con misure appropriate il carico di famiglia e in particolare le famiglie monoreddito con almeno due o più figli a carico". Rispetto alla previsione iniziale quindi l'aiuto sarà rivolto alle famiglie con almeno due figlie non solo a quelle considerate "numerose", vale a dire con tre figli o più. La decisione è stata poi formalizzata dalle commissioni Finanze e Bilancio del Senato, riunite in mattinata per terminare l'esame del decreto dopo la maratona di ieri. Il dl Irpef dovrebbe poi arrivare in aula in mattinata e non è escluso che il governo ponga la fiducia per accelerare i tempi. Soddisfatto il Ncd che con il capogruppo al Senato Maurizio Sacconi parla di emendamento di "una norma programmatica e impegna la legge di stabilità nel momento in cui renderà strutturali tutte le misure di restituzione fiscale a tenere in considerazione prioritaria il cosiddetto fattore famiglia". Sacconi, esprimendo la soddisfazione del suo gruppo, ha precisato che si tratterà "di una restituzione più favorevole in proporzione al numero dei figli". Critiche invece da Forza Italia, la senatrice Cinzia Bonfrisco, a margine della seduta delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, commenta negativamente la norma sul bonus famiglia introdotta nel decreto Irpef: "il governo dice no al quoziente familiare e quindi non ci sarà nessun vantaggio fiscale per le famiglie. La più grande ingiustizia sociale di questo decreto". Alta tensione nella maggioranza sull’estensione del bonus degli 80 euro oltre la soglia di reddito dei 26mila euro per le famiglie monoreddito con più figli a carico. Un accordo politico di massima tra esecutivo e partiti sembrava raggiunto ieri pomeriggio, ma in serata il quadro si è complicato. Sull’allargamento della platea dei beneficiari del bonus sulla base di una sorta di "quoziente familiare" è in corso da giorni un confronto serrato tra i partiti e il ministero dell’Economia. Il Ncd è in prima fila a chiedere l’estensione, il Tesoro frena a causa dei consueti problemi di copertura finanziaria. L’emendamento presentato qualche giorno fa dal presidente della commissione Bilancio Azzolini chiedeva di estendere il beneficio alle famiglie con tre o più figli e con un solo reddito netto mensile fino a 2.600 euro (circa 50mila euro lordi annui) avrebbe avuto un costo calcolato intorno ai 95-100 milioni di euro. Nel pomeriggio il relatore Ncd al decreto, Antonio D’Alì, ha detto che l’estensione del bonus «ci sarà, stiamo ragionando su un plafond di 60-70 milioni». Anche il presidente della commissione Finanze del Senato, Mauro Marino (Pd), ha confermato la volontà politica di allargare il beneficio pur nella difficoltà di reperire le coperture. Il l decreto sull’Irpef riconosce un credito di 640 euro da maggio a dicembre 2014 a tutti i lavoratori dipendenti che dichiarano tra 8.000 e 24.000 euro lordi l’anno. La somma si azzera a 26mila euro. Ora per le famiglie numerose il tetto di reddito entro il quale si beneficia del bonus potrebbe salire, ma tutto è stato rinviato. Tra le altre novità emerse dal lavoro delle commissioni ci sono anche lo stop agli "affitti d’oro" per gli enti pubblici, la riapertura della rateizzazione per chi ha saltato le rate di Equitalia e, con un emendamento del governo, la conferma del rinvio a ottobre del pagamento della prima rata Tasi nei Comuni che non hanno ancora stabilito le aliquote dell’imposta sulla casa. La data è stata fissata per il 16 ottobre. Le delibere devono essere pubblicate entro il 18 settembre e i comuni devono a inviare le deliberazioni, esclusivamente in via telematica, entro il 10 settembre. Un emendamento prevede che il ministero dell'Interno anticipi entro il 20 giugno ai Comuni ritardatari fondi per il "50% del gettito annuo della Tasi, stimato ad aliquota base", "a valere sul fondo di solidarietà comunale". Nulla da fare invece per la richiesta di rendere più corposo il taglio dell’Irap (ora al 10%) per le imprese. La misura resta un obiettivo del governo ma se ne parlerà dopo l’estate, nella delega fiscale. Tra le novità di ieri un’estensione della possibilità di rateizzare i pagamenti delle cartelle Equitalia per i debitori morosi. Su proposta del M5S, torna poi la norma per bloccare gli affitti d’oro: gli enti pubblici potranno comunicare entro il 31 luglio il preavviso di recesso dai contratti di locazione in corso.
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