martedì 9 aprile 2024
Storie dei volontari Caritas di tutta Italia che ogni giorno aiutano i poveri senza distinzioni a ritrovare dignità e speranza nel futuro
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Tutto è possibile grazie a loro. Nella diocesi di Gorizia 80 volontari attivi nei quattro empori della solidarietà della diocesi di Gorizia consentono a circa 2.000 poveri di arrivare a fine mese salvaguardando la propria dignità. La formula degli empori diocesani pensata da Caritas italiana prevede che si entri con una tessera rilasciata dal centro di ascolto al capofamiglia. I volontari assicurano il servizio.

«Negli empori goriziani - spiega il responsabile Adriano Tropea - entrano interi nuclei, metà italiani e metà stranieri. Da alcuni anni tra i volontari abbiamo anche scout della minoranza slovena e da un gemellaggio con la diocesi di Nova Gorica è nato l’emporio dell’infanzia, struttura dove chi ha figli piccoli trova quel che serve per l’infanzia. Un modo per andare oltre il confine». Tema da ieri al centro del convegno nazionale Caritas a Grado e molto sentito nelle due città divise per decenni nel ‘900 da filo spinato e ideologie e che nel 2025, unite, saranno un’unica capitale europea della cultura lanciando un messaggio di pace.

Altro tema chiave è l’integrazione, con le scuole in prima linea. Difficile trovare un servizio pubblico che affranchi dalla povertà educativa chi non conosce l’italiano ed è a rischio emarginazione. Il tasso di abbandono tra i ragazzi senza cittadinanza (36,5%) è superiore del 25% a quello dei nativi. Allora il doposcuola Caritas è strumento complementare soprattutto nei quartieri a forte presenza di bambini non italiani all’anagrafe. Come il quartiere Mortise, periferia di Padova, dove accogliendo le richieste di famiglie in difficoltà di aiuto ai figlia a casa soli i volontari del centro di ascolto della Caritas parrocchiale hanno avviato il servizio 8 anni fa. Oggi il doposcuola aggrega in prevalenza studenti delle medie marocchini, nigeriani e italiani. Arrivano anche alunni inviati dai plessi scolastici di zona e dagli assistenti sociali. «In tutto sono 24 e la richiesta è alta - spiega la referente Patrizia Stocco - , ma dobbiamo lavorare in 8-9 persone con la proporzione di uno a tre perché hanno lacune importanti». I volontari sono insegnanti in pensione o laureati con altre esperienze, ognuno porta un contributo per aiutare il riscatto.

Secondo Carlo Borgomeo, a lungo presidente della Fondazione con il Sud, la Caritas costituisce la più rilevante rete di infrastrutturazione sociale nel Mezzogiorno. Con il progetto anticaporalato Presidio riesce a raggiungere anche le zone grigie. A Foggia la scuola di italiano promossa dalla diocesi con i volontari Caritas si è estesa dagli ospiti del Cpa ai figli dei braccianti rom macedoni, ultimi tra gli ultimi. Nella provincia pugliese circa 50 famiglie con 80 bambini vivono in condizioni precarie.
«Durante il Covid - racconta Khady Sene, responsabile sportello immigrazione della Caritas diocesana di Foggia-Bovino -la maggior parte hanno lasciato la scuola o non si sono iscritti. Grazie ai volontari siamo riusciti a inserirne cinque in via sperimentale in una scuola media. Ora li stiamo censendo e con nuovi volontari vogliamo portarli tutti in classe a usufruire del diritto allo studio».
La diocesi di Gaeta, grazie ai volontari riesce a raggiungere dal 2021 una popolazione nell’ombra per insegnargli l’italiano con la “scuola diffusa” in parrocchie e strutture diocesane. Dopo i tagli del governo gialloverde nel 2018, apprendere la lingua è arduo per molte indiane e pachistane. Chiara Desiato, referente diocesana del progetto Presidio, ribadisce che il servizio è gratuito e a costo zero per lo Stato.

«Abbiamo risposto - afferma - alla richiesta degli immigrati di ottenere la certificazione di conoscenza dell’italiano per ottenere o rinnovare il permesso. Inoltre la scuola diffusa ha avviato un lavoro di emancipazione delle donne facendole uscire di casa e sostenendole nel rivendicare diritti». Molto importante la fiducia nei prof volontari per provare a contrastare il caporalato, la cui emersione nella diocesi del grande mercato agricolo di Fondi infiltrato dalle mafie, è difficile.

Punta sulla salvaguardia del Creato la Casa nell’Orto di Ancona, inaugurata il 16 marzo con una microbiblioteca in legno con 500 libri su natura e ambiente a disposizione delle famiglie. Tutto costruito da un volontario dell’Orto del Sorriso su un terreno diocesano sulla strada del Castellano. Finanziata dalla fondazione Cariverona ha l’obiettivo di educare all’amore per l’ambiente gli alunni di materne ed elementari. «Fino a fine anno scolastico avremo 958 alunni con iniziative a 360 gradi - rivela il responsabile Andrea Tondi -. Proponiamo loro incontri di scoperta degli animali, del prato, l’orto e la consultazione della microbiblioteca». Fondamentali i volontari che accompagnano le persone disabili a raccogliere ortaggi e leggono i libri ai piccoli. In estate l’Orto del Sorriso ospiterà campi di lavoro e dibattiti. Il lavoro è liberazione per le persone con disabilità. Cosi, sollecitato dai volontari e progettato con loro, è nato ad Andria, in Puglia, “Campo di fragole” progetto Caritas finanziato con i fondi 8 per mille per avviare al lavoro persone con autismo e sindrome di Down. «Campo di fragole ha formato 10 ragazzi e ragazze - racconta Francesco Delfino, referente dell’equipe diocesana 8 per mille - con percorsi individuali per riconoscere i livelli di autonomia. I primi quattro allievi ai tirocini firmeranno a breve le convenzioni per i tirocini. Gli altri frequenteranno una struttura agricola diocesana aiutati da volontari per acquisire autonomia». Storie di volontari e di ricchezza generata dal dono.

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