giovedì 12 agosto 2021
Continuano a bruciare anche Grecia, Tunisia e Algeria, dove si contano oltre 65 morti. Per i vigili del fuoco italiani gli interventi hanno raggiunto numeri da record
Vigili del Fuoco impegnati nello spegnimento di un vasto incendio di vegetazione e macchia mediterranea in alcune aree rurali nei pressi delle campagne della statale 128 in località "Sa Ceraxia", nel comune di Mandas in Sardegna

Vigili del Fuoco impegnati nello spegnimento di un vasto incendio di vegetazione e macchia mediterranea in alcune aree rurali nei pressi delle campagne della statale 128 in località "Sa Ceraxia", nel comune di Mandas in Sardegna - Ansa / Vigili del fuoco

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L'Italia contina a bruciare anche se si registra un lieve miglioramento delle situazione. E bruciano anche tanti altri Paesi. Dalla Grecia alla Russia, dove è in corso quello che appare essere l'incendio più grande del mondo. Facciamo il punto.

In Siberia l'incendio più grande (presto record mondiale)​

L'incendio che infuria da settimane nel nordest della Siberia ha raggiunto un livello senza precedenti, con le fiamme che devastano un territorio pari a tutti gli altri incendi del mondo messi insieme. Lo denuncia Greenpeace Russia al Moscow Times, stimando che questo incendio, che equivale a quelli in corso in tutto ilpianeta, potrebbe diventare il più grande nella storia documentata del pianeta.

In Jacuzia, la regione più grande e più fredda della Russia, il fumo denso e acre copre gli insediamenti e raggiunge le città a migliaia di chilometri di distanza. Il più grande di questi incendi ha superato 1,5 milioni di ettari, ha detto il responsabile forestale del gruppo ambientalista.

"Questo incendio deve crescere di circa 400.000 ettari per diventare il più grande nella storia documentata", ha detto Alexey Yaroshenko. "È impossibile contenere il fuoco attraverso gli sforzi umani: i vigili del fuoco dovrebbero spegnere le fiamme su una linea lunga 2.000 chilometri". Solo la pioggia potrebbe fermare o rallentare l'incendio, ha detto Yaroshenko, ma le precipitazioni attuali sono troppo deboli per farlo. "Nella migliore delle ipotesi potremmo salvare gli insediamenti e le infrastrutture che si trovano nel percorso del fuoco", ha spiegato.

Il fumo, acre, intanto si sparge per migliaia di chilometri e la settimana passata, per la prima volta nella storia, ha raggiunto persino il Polo Nord.

Gli esperti dicono che il rapido riscaldamento del clima della Jacuzia - la regione ha visto la sua temperatura media annuale aumentare di 3 gradi dall'inizio del XX secolo - combinato alla siccità record in 150 anni e a venti forti ha trasformato la sua vasta foresta di taiga in una polveriera. Le pratiche forestali dannose sono poi un fattore chiave dietro la diffusione senza precedenti degli incendi, ha detto l'esperta di Greenpeace Yulia Davydova, poiché le autorità regionali non sono tenute a spegnere gli incendi nelle cosiddette "zone di controllo", ovvero aree lontane dagli insediamenti umani. Il disboscamento, sia illegale che legale, è un'altra causa comune, secondo i nuovi dati acquisiti da Greenpeace.

In Calabria 59 roghi attivi

Ma torniamo all'Italia devastata dal fuoco. "Sono 59 i roghi attivi in Calabria. Un dato in diminuzione rispetto alla giornata di ieri,
ma la situazione continua a essere grave". Lo afferma il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, "che ha ricevuto - informa una nota dell'ufficio stampa - il nuovo report di Calabria verde sugli incendi attivi in regione. Ieri la Giunta regionale ha chiesto formalmente al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza".

"Dei 59 incendi registrati questa mattina - continua il presidente Spirlì - 12 sono di interfaccia. Le squadre impegnate nelle operazioni di spegnimento sono in tutto 70. I mezzi aerei regionali sono attualmente operativi nei comuni di Isca sullo ionio, Cardeto, Longobucco e Orsomarso, quelli dello Stato a Bagaladi. Più nello specifico, è presente un canadair in ognuno dei comuni di Isca, Cittanova, San Luca, Mammola, Aiello. Un elicottero dell'esercito è attivo su Mendicino. Le criticità maggiori si registrano nel Reggino e, precisamente, nelle zone Bagaladi/Cardeto, Grotteria/Mammola/Martone, San Luca e Cittanova".

"Nel condannare, una volta di più, l'azione scellerata dei piromani - conclude Spirlì -, non posso non rivolgere un sentito ringraziamento a tutte le squadre di soccorso regionali e nazionali che si stanno prodigando senza risparmio per fare rientrare questa emergenza".

In Sicilia il fuoco favorito dallo scirocco

Un'altra notte di fiamme è trascorsa in Sicilia, nei comuni in provincia di Palermo, in particolare sulle Madonie, a Polizzi Generosa,
Castellana Sicula e Geraci Siculo. Da stamattina bruciano boschi e macchia mediterranea anche a Petralia Sottana e Petralia
Soprana. E da ieri continuano a operare vigili del fuoco, forestale e Protezione civile, intervenuti anche per proteggere abitazioni e aziende insidiate dalle fiamme, alimentate anche dalle alte temperature e dal forte vento, a tratti di scirocco.

Ed è ancora difficile la situazione nel Ragusano, devastato dalle fiamme. Sono in azione due elicotteri e due canadair. L'incendio scoppiato ieri mattina a Calaforno, in territorio di Giarratana, sta continuando la sua corsa. Attualmente preoccupano le condizioni a cava Cavoli lungo la Giarratana-Ragusa e cava Volpe sulla Ragusa-Chiaramonte, costone che si affaccia verso Giarratana. La pineta di Calaforno è una distesa spettrale, cenere dell'incendio è arrivata fino al mare. Ieri si è sviluppato un altro incendio in località San Giacomo, nel comune di Ragusa.

Sono ripresi all'alba gli interventi aerei di spegnimento a Enna, dove ieri nella zona residenziale di Pergusa è divampato un violentissimo incendio, proseguito per tutta la notte e che si è spostato verso piazza Armerina. Le fiamme hanno investito la vallata tra Pergusa e Valguarnera, distruggendo due aziende agricole. In una di queste non è stato possibile mettere in salvo il bestiame.

In Sardegna fino ad oggi 44 i focolai​

Sono istate domate le fiamme del pericoloso incendio sul Monte Arci, nell'Oristanese, che ieri ha riportato la paura nell'Oristanese, due settimane dopo il grande rogo nel Montiferru e nelle Planargia. Secondo una prima stima, sono più di cento gli ettari di bosco interessati dal nuovo rogo, uno dei più pericolosi dei 44 focolai che ieri si sono registrati in Sardegna. Nell'avanzare delle fiamme una casa di campagna è andata distrutta, ma non si registrano danni alle persone.

In Puglia il Salento contina a bruciare

Il Salento continua a bruciare a causa di numerosi incendi che, nella giornata di oggi, hanno interessato circa 200 ettari di territorio, tra macchia mediterranea e campi di sterpaglie, tenendo impegnati senza sosta i vigili del fuoco del comando provinciale di Lecce e dei distaccamenti. Da settimane la penisola salentina è interessata da roghi, anche di vaste estensioni, che in qualche caso hanno anche richiesto l'intervento dei Canadair. Oggi, in particolare, ci sono stati interventi nelle zone di Ugento, Tricase, Uggiano
la Chiesa. Il vento di tramontana e le alte temperature, tra i 34 e i 35 gradi, oltre a favorire i roghi, costituiscono anche un ostacolo all'opera di spegnimento.

Per i vigili del fuoco numeri record​

Dal 15 giugno a ieri, mercoledì 11 agosto, gli interventi delle squadre di terra dei vigili del fuoco impegnati in tutta Italia a fronteggiare l'emergenza incendi di bosco e di vegetazione sono stati 48.656, una media di 838 al giorno, il 72,7% in più rispetto ai 28.160 interventi dello stesso periodo dell'anno scorso e solo 1.348 in meno rispetto ai 50.004 dello stesso periodo del 2017, altro anno in cui si registrò un elevato numero di roghi.

Secondo i dati aggiornati dal Centro operativo nazionale, sempre dal 15 giugno a ieri le ore di volo della flotta dei vigili del fuoco (Canadair ed elicotteri Erickson S64 e AB412) sono state 3.975 a fronte delle 1.820 dello stesso periodo dell'anno scorso e alle 6.155 dello stesso periodo del 2017. Gli interventi dei Canadair dei vigili del fuoco sono stati invece 879 quest'anno, 359 l'anno scorso e 1.377 nel 2017.

Con riferimento alla distribuzione sul territorio, dal 15 giugno all'11 agosto gli interventi con squadre di terra dei vigili del fuoco per incendi di bosco e di vegetazione (il dato è aggiornato alle 22 di ieri) sono stati 11.162 in Sicilia, 10.429 in Puglia, 5.535 in Calabria, 4.785 nel Lazio, 4.123 in Campania, 1.977 in Sardegna, 1.857 in Basilicata, 1.594 in Emilia Romagna, 1.432 in Abruzzo, 1.372 in
Toscana, 852 in Molise, 793 in Lombardia, 781 nelle Marche, 631 in Umbria, 524 in Veneto, 444 in Piemonte, 204 in Liguria e 153
in Friuli Venezia Giulia.

Tre Canadair francesi di rinforzo​

Dopo aver completato le operazioni in Grecia, altri tre Canadair francesi saranno riassegnati in Italia attraverso il meccanismo di Protezione civile europeo, a seguito della richiesta italiana di supporto per combattere gli incendi boschivi. Lo annuncia la Commissione europea, in una nota. Inoltre, è stato attivato il satellite europeo di emergenza Copernicus per fornire mappe di valutazione dei danni nelle aree colpite.

Due settimane che hanno devastato la Grecia​

In due settimane in Grecia sono andati a fuoco oltre 100mila ettari di foreste e terreni agricoli. Si tratta di un record dagli incendi mortali del 2007 che devastarono diverse regioni del Paese. Emerge dai aggiornati del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis). A subire le conseguenze peggiori, con più della metà della sua superficie bruciata, è stata Evia. "Gli incendi" nel Paese "sono ancora molto distruttivi e hanno un raro livello di intensità", ha commentato Mark Parrington, del servizio di monitoraggio del cambiamento climatico Ue Copernicus.

Stati Uniti, dopo la California tocca al Montana​

Un incendio si è abbattuto sulle città rurali del Montana sud-orientale questa notte, mentre il clima caldo e secco continua ad alimentare le fiamme in oltre dodici Stati nell'ovest degli Stati Uniti. Lo riportano i media americani. Il Richard Spring Fire, così è stato chiamato l'incendio in Montana, minaccia la riserva indiana Cheyenne e diverse migliaia di persone sono state allertate a tenersi pronte ad evacuare. Nel frattempo il Dixie Fire, iniziato in California il 13 luglio, sta minacciando una decine di piccoli centri nella Sierra Nevada settentrionale. Le fiamme finora hanno bruciato oltre 2.000 chilometri quadrati e distrutto circa 550 case e
quasi distrutto la città di Grenville, in California.

In Algeria i morti sono almeno 65​

È aumentato a 65 (ma il numero è destinato ad aumentare) il bilancio dei morti provocati dagli incendi boschivi che stanno devastando il nord dell'Algeria da lunedì: lo ha reso noto la tv di Stato sottolineando che tra le vittime ci sono anche 28 militari. Le vittime civili sono 37. Gran parte dei morti si registrano a Tizi Ouzou, la capitale della regione di Cabilia, 100 km a est della capitale Algeri. Almeno 12 militari sono stati ricoverati in condizioni critiche. Nel complesso più di un centinaio di incendi sono divampati in 17 province dell'Algeria.

Tunisia, 150 incendi in 36 ore​

Sono oltre 150 gli incendi scoppiati in Tunisia nelle ultime 36 ore: lo ha reso noto il portavoce della Protezione civile di Tunisi, Moez Triaa, precisando all'agenzia Tap che dai primi roghi di inizio giugno non si segnalano vittime. Tutti gli incendi sono stati domati tranne sei, che sono ancora attivi nei governatorati di Biserta, Jendouba e Kef. Le altissime temperature di questi giorni - oltre 48 gradi a Biserte e Jendouba e 44 gradi a Kefnon - ostacolano il lavoro dei vigili del fuoco. Dal mese di giugno, 165 incendi hanno distrutto circa 4.810 ettari di foresta, contro i 2.144 ettari bruciati nello stesso periodo dell'anno scorso.

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