giovedì 5 febbraio 2009
Via libera anche a un emendamento che prevede che i colpevoli di violenze sessuali restino in carcere nella fase delle indagini e che per le vittime sia previsto il gratuito patrocinio Ma opposizioni e franchi tiratori battono il governo sull’immigrazione.
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Dal Senato un forte segnale di unità nazio­nale contro la mafia. All’interno del contra­stato pacchetto sicurezza, i senatori del Pd, dell’Udc e dell’Idv hanno infatti votato a favore, in­sieme alla maggioranza, dell’emendamento che i­nasprisce il famoso articolo 41 bis sulla detenzio­ne dei boss mafiosi. Ma il ddl sicurezza in discus­sione nell’aula di Palazzo Madama ha avuto ieri u­na vita molto travagliata: per ben tre volte il gover­no e la maggioranza sono usciti battuti dall’aula su emendamenti importanti presentati dal Pd in ma­teria di permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari, e tempi di permanenza nei centri di ac­coglienza per immigrati. È insomma passata, grazie anche ai franchi tirato­ri, una versione soft dei provvedimenti contro gli ir­regolari, che l’opposizione ha subito letto come «un’insofferenza da parte del Pdl delle asprezze e dei diktat della Lega». In particolare il tempo di per­manenza massimo nei Cpt degli immigrati irrego­lari rimane fissato in 60 giorni; il governo aveva pro­posto 18 mesi. Cancellate anche le norme che pre­vedevano una permanenza di 5 anni ininterrotti in Italia dei familiari per ottenere il ricongiungimen­to e quella che inseriva la violazione del diritto d’au­tore tra i reati che prevedevano la revoca del per­messo di soggiorno. Dopo la triplice batosta, il presidente del gruppo del Pdl Maurizio Gasparri ha convocato un incon­tro con i suoi senatori, chiedendo loro di fare il pro­prio dovere fino in fondo. Irritati i commenti leghi­sti: «Sono tornati – ha detto il sottosegretario Castelli – i franchi tiratori della Dc: erano almeno sette». Nella seduta di ieri è passato anche, a larga mag­gioranza ma con molte perplessità, un emenda­mento leghista che – sulla scorta dei recenti fatti di cronaca – nega gli arresti domiciliari, nella fase del­le indagini, ai sospettati di aver commesso i stupri e violenze sessuali; via libera ampio e convinto, in- vece, al gratuito patrocinio per le vittime di violen­za. Respinti invece dalla maggioranza l’introduzio­ne del reato di tortura («Un offesa alle forze dell’ordine», è stata la risposta del Pdl) chiesto dai ra­dicali e il gratuito patrocinio per le vittime sul lavoro, presentato dal Pd. Il voto bipartisan sul 41 bis è stato salutato con sod­disfazione dal ministro della Giustizia Angelino Al­fano («Il Parlamento ha dato oggi una formidabile prova di compattezza in materia di lotta alla mafia») e dal presidente del Senato Renato Schifani («È un forte segnale di grande maturità di tutti quei parti­ti cui sta a cuore il contrasto alla criminalità») ma non ha avvicinato le posizioni tra maggioranza e opposizioni sull’insieme del pacchetto sicurezza. Il capogruppo del Pd Anna Finocchiaro ha chiari­to a questo proposito: «Noi abbiamo davvero un giudizio negativo di questo disegno di legge sulla si­curezza che nell’impianto è sbagliato e contiene misure inaccettabili». Non così per il 41 bis: «Sull’i­nasprimento del carcere per i mafiosi sono state accettate – ha spiegato Finocchiaro – molte delle no­stre proposte. L’efficienza della lotta alla crimina­lità organizzata deve rimanere sempre una prio­rità ». Sull’emendamento leghista che nega gli arre­sti domiciliari ai sospettati di stupro, il Pd ha vota­to a favore, non senza qualche perplessità: «Prefe­rivamo una norma ad hoc». Astenuta l’Udc. Il ca­pogruppo Gianpiero D’Alia ha spiegato: «Non si prevede la stessa misura anche per l’omicidio, la rapina aggravata e la strage. Si finisce così per crea­re uno zibaldone demagogico di norme, regolato in base ai fatti di cronaca e non in un contesto equo e sistematico».
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