sabato 29 ottobre 2016
A Rosolini il vescovo ha voluto incontrare e condividere alcune ore di svago con oltre 50 giovani africani ospiti di un centro di accoglienza.
Il vescovo di Noto Staglianò gioca a scacchi con i migranti

Il vescovo di Noto Staglianò gioca a scacchi con i migranti

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Intenso momento di fede e condivisione qualche giorno fa nella città di Rosolini, a pochi chilometri dalle coste dove quotidianamente sbarcano centinaia di profughi provenienti dall’Africa con imbarcazioni di fortuna. Il vescovo di Noto Antonio Staglianò, al termine di una inaspettata visita alla comunità seguita da una celebrazione nella parrocchia Santa Caterina da Siena, ha voluto incontrare i giovani immigrati ospiti di un centro di accoglienza per immigrati.


Qualche ora donata per esprimere sincera vicinanza e affetto: “Gli immigrati non sono un problema – afferma il vescovo – ma una risorsa, in loro si rivela il volto concreto di Dio nella storia di oggi. La sfida reale è passare dall’indifferenza alla fraternità restituendo loro ciò che è stato tolto da politiche di aggressione nei loro confronti”.

Si è intrattenuto con gli oltre cinquanta giovani africani ospiti della struttura per scambiare due chiacchiere e per giocare una partita a dama, facendo così sentire la prossimità di una Chiesa che esce dai fisici luoghi di culto per mettere in pratica e incarnare la Parola ascoltata e l’amore “mangiato” nel Pane eucaristico. Sembra che i profughi - soprattutto nordafricani, in stragrande maggioranza ventenni - appena sbarcati nelle coste siciliane e in attesa di essere identificati e trasferiti in centri di accoglienza del nord Europa passino le giornate a giocare a dama. Pare sia infatti il loro gioco preferito. Il vescovo di Noto non si è fatto sfuggire l’occasione e ha approfittato di questo passatempo per colloquiare con loro e condividere le loro difficoltà. Insomma con un semplice gioco Mons. Staglianò si è conquistato la simpatia e la fiducia dei rifugiati. Alla fine, questi hanno anche chiesto al prelato quando sarebbe ripassato a trovarli, come dei figli che chiedono al padre quando ritorna a casa.

Staglianò nell'omelia poi detto che «quanto più si sviluppa e cresce in Europa e anche in Italia l’insofferenza per questi nostri fratelli e sorelle immigrati, tanto più si deve rafforzare in ogni credente cattolico la percezione che anche il loro noi vediamo Gesù addolorato e scartato”.

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