sabato 29 dicembre 2012
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“Che motivo abbiamo noi di ringraziare il Signore dopo le sofferenze, le distruzioni, le fatiche del terremoto”? E' l'obiezione che il  vescovo di Carpi, Francesco Cavina, immagina salire “dal cuore” dei suoi fedeli. Eppure, anche in questo 31 dicembre si leverà da tutte le comunità terremotate dell'Emilia e del Mantovano il Te Deum di ringraziamento alla fine dell'anno civile. Un atto formale? O peggio ancora un controsenso? Tutt'altro. Perchè “abbiamo toccato con mano – il presule di Carpi ne è certo – che la provvidenza di Dio volge al bene ogni nostra situazione”. Basti pensare come dalle macerie del sisma siano state suscitate “relazioni, realizzate iniziative, sviluppate riflessioni, intessute amicizie che mai sarebbero emerse”. Sull'esempio della “croce di Cristo”, fonte  “di una vita nuova” che disseta “chi si apre al dono della sua grazia”. Ecco allora l’inno di lode che la comunità di Carpi innalzerà convocata dal suo vescovo. Lunedì sera, alle 18. E in un luogo significativo: alla “Sagra”, la chiesa madre della diocesi. Quella che preesisteva alla cattedrale. E che  nemmeno gli “eventi quasi apocalittici”, così li ha definiti monsignor Cavina, hanno intaccato nella sua stabilità. Offre una cinquantina di posti, troppo pochi. Ed è solo questo il motivo per il quale sacerdoti e fedeli si raduneranno in una tensostruttura allestita davanti al luogo sacro. Ma poco lontano, nella parrocchia di Novi, si leverà in contemporanea un altro Te Deum. “Ringraziamo  perchè nel giro di poco tempo ci è stata donata una nuova chiesa prefabbricata – scandisce il parroco, don Ivano Zanoni, dalla scuola materna in cui è ancora sfollato -, fondamentale per riprendere la nostra vita comunitaria”. Un luogo “in cui affluiscono anche molti fedeli delle parrocchie vicine, provati dal freddo delle tensostrutture adibite a temporanei luoghi di culto”.  Gli fa eco dal Mantovano don Lorenzo Lorenzini, parroco di Gonzaga: “solo l’egoista ringrazia per interesse. Il cristiano invece lo fa nei momenti belli così come in quelli brutti, perchè all'origine del suo gesto c'è la gioia per la compagnia del Signore”. E a intonare il Te Deum sarà anche don Adriano Pinardi, parroco di San Silvestro in Crevalcore, diocesi di Bologna: “loderemo Dio perchè il terremoto è stato l'occasione, non la causa, per rileggere la nostra vita alla luce di ciò che veramente conta”. E “concentrandoci non solo su ciò che è successo, ma anche sulle ulteriori disgrazie che avrebbero potuto capitare se il Signore non ci avesse protetto”. Tutte le comunità, anche in questo  lembo d’Italia ferito e sfigurato, alzano gli occhi verso il cielo e cantano la loro lode. Ognuna con la propria intenzione. Una piccola nota, in questa grande “sinfonia del grazie”.   
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