giovedì 5 giugno 2014
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Sono le sette di sera quando il premier Matteo Renzi arriva in Rue de la Loi e varca l’ingresso a vetri del palazzo intitolato all’umanista fiammingo Justus Lipsius, sede del Consiglio dell’Unione europea. Lo accolgono, con una stretta di mano, il "padrone di casa" Herman Van Rompuy e il presidente uscente della Commissione, José Manuel Barroso. Le notizie sull’ennesimo episodio di maxi-corruzione in Italia sono rimbalzate anche all’estero, ma non sembrano incidere sul clima del vertice. «Mi aspetto che l’Italia metta impegno ed energia per una agenda positiva per l’Europa». ha dichiarato poco prima Barroso, dicendosi fiducioso che Renzi realizzerà le riforme auspicate («È interesse italiano aumentare la competitività»). Il G7, iniziato con una cena di lavoro dei capi di Stato e di governo, proseguirà oggi. Il premier porta con sé una dettagliata relazione sulla sicurezza energetica, alla luce della crisi in Ucraina. Un tema caldo, di cui sono chiamati a dibattere i leader dei 7 Paesi più industrializzati (Usa, Canada, Giappone, Francia, Germania, Regno Unito e Italia).E proprio la questione energetica sarà parte del discorso programmatico che il premier terrà a Strasburgo il 2 luglio, all’indomani dell’avvio del semestre italiano alla guida della Ue. Per provare a "cambiar verso" all’Europa, il governo punta su un’articolata agenda di proposte concrete. In mattinata, le prime linee guida sono state abbozzate a Palazzo Chigi, in una riunione del Comitato interministeriale per gli Affari europei (Ciae), organismo istituito nel 2012 e ieri riunito per la prima volta. «Abbiamo definito a livello collegiale i documenti, l’organizzazione e gli orientamenti strategici del semestre, per inviarli al presidente del Consiglio», riassume il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, che ha presieduto la riunione. Insieme a lui, nella sala verde, i ministri dell’Economia Padoan, degli Esteri Mogherini, dell’Istruzione Giannini, degli Affari regionali Lanzetta e della Giustizia Orlando. «È stato un lavoro collegiale – riferisce Gozi – che ha coinvolto anche Regioni e Comuni». Almeno cinque i focus principali dei dossier sul tavolo del premier. Il primo, va da sé, riguarda l’urgenza di politiche di rilancio della crescita e di lotta alla disoccupazione: «L’Italia ha fatto e continua a fare i compiti a casa. Tra il 2011 e il 2013 le manovre sono ammontate a 67 miliardi, pari a 4,3 punti di Pil – rassicura Pier Carlo Padoan – E in Ue le elezioni hanno portato un nuovo clima. Ora serve un cambiamento». Al prossimo vertice Ue, previsto a ottobre, l’Italia potrebbe proporre una versione rivista degli accordi per riconoscere maggiore flessibilità di bilancio agli Stati membri che attuano riforme strutturali. «Stiamo costruendo – argomenta il ministro Mogherini – gli strumenti per aprire la stagione degli investimenti, della crescita e della creazione di posti di lavoro». Secondo tema sarà quello della cittadinanza, per avvicinare le istituzioni europee alle istanze dei 500 milioni di abitanti dei 28 Paesi, ma anche per nuove politiche sull’immigrazione e sul controllo delle frontiere. Altri tre punti cardine del dossier presentato a Renzi dai ministri riguardano le sfide che legano innovazione, ambiente e crescita sostenibile, il rinnovamento energetico e, last but not least, la politica estera «per dare alla Ue un nuovo ruolo nel Mediterraneo e nel mondo».
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