martedì 20 giugno 2023
C’ è un’agenda di sette punti su cui Elly Schlein vuole vedere il partito unito, a testa bassa, nella prossima «estate militante»...
Il partito chiede di potersi fidare
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C’ è un’agenda di sette punti su cui Elly Schlein vuole vedere il partito unito, a testa bassa, nella prossima «estate militante». Poi c’è l’agenda personale degli appuntamenti, con le tante piazze, da quella della Cgil sulla sanità a quella del dem Majorino sulla casa; con l’iniziativa degli amministratori Pd contro l’autonomia del 14 e 15 luglio e con il sostegno in Molise al candidato comune con il M5s. Di certo nessuno può accusarla di non mettere la faccia sulle sue battaglie.

E c’è un discorso di apertura alla difficile Direzione di ieri - si doveva discutere della sconfitta delle amministrative, ma nel frattempo si erano accumulati tanti risentimenti e malesseri e malumori che il bubbone doveva per forza esplodere - in cui la segretaria del Pd va all’attacco, che è anche il modo scelto da Schlein per difendersi in questi mesi di leadership in cui nessun rammarico pubblico è mai seguito alle fuoriuscite dei diversi dissidenti, accolte piuttosto con qualche alzata di spalle al Nazareno. Schlein si mette comoda in attesa delle ulteriori critiche, ormai ineludibili. Ma a sentire la minoranza sembra esserci un cortocircuito comunicativo. Alla fitta agenda viene contrapposta l’accusa di immobilismo. La segretaria parla di guida condivisa, ma le sue scelte in solitaria hanno aperto ferite profonde. Nonostante questo, però, il partito tutto non le volta le spalle.

Piuttosto chiede, con le parole di Gianni Cuperlo, di potersi fidare che nella scalata in cordata chi dissente non venga lasciato cadere nel vuoto.

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