martedì 21 luglio 2015
​Mattarella incontra gli scout: il vostro spirito contribuisce a farci sentire una stessa comunità.
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Uno Spirito d’Unità che è armonia, cooperazione, amicizia e pace. Parole che sembrano lontanissime da quanto sta accadendo in questi tempi difficili. Ma è la sfida che accettano gli scout del Mondo che dal 28 luglio all’8 agosto si riuniranno in Giappone per il XXIII Jamboree, l’evento di fraternità internazionale nato dall’intuizione del fondatore dello scautismo, Baden Powell, e che dal 1920 ogni quattro anni riunisce i giovani col fazzolettone di tutto il Mondo. Saranno in 33mila provenienti da 147 Paesi, si ritroveranno a Kirara-hama, un’area strappata al mare a Yamaguchi City. Motto dell’incontro è "WA: a Spirit of Unity", scritto in carattere Kanji. Mille scout verranno dall’Italia, contingente di ragazzi e ragazze dell’Agesci e del Cngei, che costituiscono la Federazione Italiana dello Scautismo (Fis), che riunisce nello spirito della Legge e della Promessa scout le associazioni riconosciute in Italia e che adottano il metodo educativo scout. Ieri una delegazione degli scout che parteciperanno al Jamboree è stata ricevuta al Quirinale. E il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto sottolineare proprio l’importanza del tema del grande incontro, legandolo all’attualità mondiale e italiana. «Il Jamboree – ha detto ai ragazzi – è un contributo ad un’esigenza decisiva per l’umanità, quella di saper vivere insieme, di trovare le ragioni che fanno stare insieme, non quelle che dividono e contrappongono. È questo d’altronde – ha aggiunto il Capo dello Stato – lo spirito dello scautismo, questo è lo spirito e l’obiettivo di questo Jamboree e della necessità che tutti avvertiamo nel nostro Paese dove c’è un’esigenza di ritrovare le ragioni vere e piene della convivenza, del sentirsi concittadini dello stesso Paese, della stessa comunità». È proprio lo spirito con cui partono i mille scout italiani, come ha sottolineato Matteo Spanò, presidente della Fis. «Al Jamboree vivremo un’esperienza di internazionalità, di fratellanza: vorremmo essere ambasciatori di pace per poter tornare a casa nostra più ricchi e pronti a contaminare con speranza le nostre comunità e le nostre città». Una pace difficile da costruire nella memoria. Così il 6 agosto, 70esimo anniversario dello scoppio della prima bomba atomica a Hiroshima, il Jamboree ricorderà la tragedia con una particolare cerimonia, ma tutti gli scout in Italia sono invitati «a fare memoria » organizzando in quel giorno momenti di riflessione, in ideale e concreto collegamento coi 'fratelli' in Giappone per «condividere la pace», «sharing peace », come è stata intitolata l’iniziativa.  E le parole unità e pace sono tornate anche negli interventi di due scout al Quirinale. Matteo Chiesa, esploratore della sezione Cngei di Bergamo ha illustrato i tre «concetti portanti del Jamboree: energia, innovazione, armonia». Quest’ultima, ha sottolineato, «è la cultura di pace che scout di differenti Paesi, religioni e esperienze, vivono insieme, rispettandosi e aiutandosi vicendevolmente ». Ricordando l’impegno scout di «lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato». Un impegno, parte dell’ultimo messaggio di Baden Powell ai suoi ragazzi, che ha citato anche Mattarella. «Impresa non sempre facile, come è noto, ma che comunque bisogna sempre cercare di realizzare». E per questo, ha aggiunto, «vi ringrazio per quello che fate nel nostro Paese, per questa offerta e questo coinvolgimento di tante energie, con questa capacità – torna a ripetere – di ricercare percorsi da svolgere insieme ». Parole di speranza e di impegno, come quelle espresse dall’altro scout che si e rivolto al Presidente, Ester Dominici, guida del gruppo Agesci, Arezzo 7. Anche lei cita un’altro passaggio di Baden Powell. «Ma il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri». «I valori che porteremo in Giappone – afferma – sono innanzitutto quelli della nostra Legge scout: l’aiuto del prossimo, il rispetto della natura, l’impegno costante a migliorarsi come persone e a lavorare insieme per un mondo migliore. Nonostante le difficoltà – aggiunge la giovane – che noi tutti oggi viviamo, nei ragazzi italiani ci sono grandi possibilità inespresse, che è dovere dell’Italia, dell’Europa e del Mondo sfruttare al meglio. Noi faremo la nostra parte per questo». Non è un caso che tre motti degli scout siano «del nostro meglio», «siate pronti» e «servire». 
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