mercoledì 30 marzo 2016
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ROMA Ha le idee chiare Mario Catania, ex ministro delle Politiche agricole del governo Monti e attuale deputato di Scelta civica: «Il mio sì al referendum è in punto di diritto ma anche nel merito. Sia che affrontiamo la questione dal punto di vista giuridico, sia che la affrontiamo disquisendo di ambiente, lavoro ed energia, non vedo alcun motivo per concedere una proroga sine die delle concessioni». Partiamo dall’aspetto giuridico... La norma che vogliamo abrogare prolunga senza limiti temporali concessioni già esistenti. Credo che il semplice amore per le regole porti a guardare con scarsa simpatia a una decisione del genere. Non teme ripercussioni sul fabbisogno energetico e sui posti di lavoro? Quando una società ottiene una concessione pluriennale, in essa è assorbita l’investimento, il profitto e l’ammortamento. Quanto alla presunta catastrofe occupazionale, la escludo. Se vincesse il sì, a breve periodo avremmo anzi un’impennata degli occupati per aumentare lo sfruttamento dei siti e avviare le attività di smantellamento delle piattaforme. Le ricadute negative sarebbero più avanti e diluite nel tempo. E poi, riflettiamo: se ogni volta il concessionario dice 'prorogami la licenza oppure la gente va in mezzo alla strada', che fine fa l’interesse pubblico? Nei fatti sarebbe un ricatto. Temo che il vero motivo di questa leggina sia un altro... Sospetti? Temo che prorogando le concessioni le compagnie petrolifere vogliano rinviare sine die lo smantellamento degli impianti, attività molto costosa. Tra 20 anni potremmo ritrovarci degli ecomostri in mare con una bassissima attività estrattiva, al solo scopo di allontanare la dismissione. Ma spero di sbagliarmi... Le trivelle, per lei, sono o no un rischio ambientale? È vero che non ci sono state catastrofi in tempi recenti, ma non vedo perché ci dobbiamo tenere il pericolo a tempo indeterminato. È altrettanto vero che per come sono fatti il Mediterraneo e l’Adriatico, anche oltre le 12 miglia un incidente sarebbe un grosso problema. Tuttavia, l’incidente a 12 miglia ha meno ripercussioni di quello a 5 miglia. Sull’energia l’Italia non trova pace... Noi dobbiamo decidere se puntare ancora sugli idrocarburi o, come sta accadendo nell’Occidente e anche per certi aspetti nel nostro Paese, su altre risorse. E dobbiamo anche decidere cosa rappresenta per noi il mare: risorsa ambientale o ricettacolo dell’inquinamento? Faccio anche una controproposta, per far capire come la penso: ci sono sperimentazioni per ricavare energia dal moto ondoso. Non è meglio puntare su questo anziché sulle trivelle? Marco Iasevoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Catania (Sc)
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