martedì 25 settembre 2012
A Pomigliano d’Arco religiose vessate. Ieri una donazione di 10 crostate ha consentito di dare da mangiare ai bimbi. Il comune non finanzia il welfare ma la sagra delle cozze. Il sindaco vuole che lascino l’istituto in cui gestiscono un oratorio aperto ai bimbi più poveri.
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​Il sindaco di Pomigliano d’Arco Raffaele Russo è passato alla linea dura contro le suore Figlie di Maria Ausiliatrice: da ieri pomeriggio, senza alcun preavviso, è stato tagliato il gas all’istituto e le suore non possono cucinare né hanno acqua calda. Tolta anche l’illuminazione da un palo pubblico. Un’azione di forza dopo che ieri, come annunciato, le suore hanno pacificamente iniziato la protesta contro l’arbitrario ed ingiustificato taglio dei finanziamenti da parte del Comune, che tra l’altro non ha rinnovato la convenzione con l’istituto cui le passate amministrazioni hanno sempre riconosciuto la meritoria opera sociale, di sostegno e di recupero, svolta, con le attività dell’oratorio, a favore dei bambini più poveri. Ieri mattina quindi le mamme e i bambini hanno trovato chiuso il portone dell’istituto dal cui cortile si raggiunge la scuola comunale per l’infanzia e gli uffici delle assistenti sociali del Comune. Questa parte dell’edificio fu infatti venduta al Comune diverso tempo fa, non così il cortile che è di proprietà dell’istituto, presente a Pomigliano d’Arco da oltre cento anni. L’accesso alla scuola e agli uffici è comunque possibile da altri due varchi nella prospiciente villa comunale e bambini e dipendenti comunali non hanno perso né attività né lavoro, ma la tensione era palpabile. Le mamme erano in agitazione perché abituate ad affidare alle suore i loro piccoli ben prima dell’orario di apertura della scuola, sapendo che i bambini erano al sicuro e ben accolti. La prima mattinata di serrata è dunque scivolata senza difficoltà se non con un po’ di confusione anche se cominciavano ad arrivare notizie inquietanti sulle reazioni del sindaco (alla guida di una giunta di centrodestra), che si è espresso nel pomeriggio, tagliando l’erogazione del gas, possibile solo da parte del Comune in quanto il contatore è unico e serve sia l’istituto sia la scuola comunale.«È solo l’inizio, purtroppo – conferma l’avvocato Rosaria Elefante, che difende le suore. –. Il Comune, è chiaro, vuole togliere ogni possibilità di sostentamento alle suore per avere campo libero nell’uso dell’edificio». Un disegno perverso, che avrebbe come prime vittime i 600 bambini che frequentano l’oratorio. L’avvocato ha annunciato di aver presentato denuncia penale contro il sindaco Russo. Nel bilancio comunale di previsione 2012 il Comune ha previsto 4mila euro per l’Istituto, ma il costo delle attività dell’oratorio è di 50mila euro all’anno. Eppure il Comune di Pomigliano d’Arco, poco più di 35mila abitanti, amministra in totale 72milioni di euro all’anno, in cui tra le attività culturali e sociali è inserita e ben finanziata una sagra delle cozze.Suor Margherita, la direttrice dell’istituto, è molto amareggiata: «Noi seguiamo bambini e ragazzi che hanno storie difficili, inimmaginabili, che spesso a casa non hanno niente da mangiare. Ma non ce la facciamo più: da tre anni il Comune non ci aiuta». Ieri pomeriggio l’oratorio ha aperto regolarmente, non c’erano soldi, ma i bambini hanno avuto la loro merenda: qualcuno ha fatto giungere all’istituto dieci crostate.
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