martedì 8 dicembre 2015
Parigi e Berlino chiedono rinforzi e un giro di vite alle frontiere. In Germania 965mila ingressi a novembre, è record: più della metà delle persone arriva dalla Siria Nuovi sbarchi sulle coste italiane, salvati 4.600 in tre giorni.
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Proseguono senza sosta i tentativi dei migranti, in fuga da situazioni disperata, di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Oltre 4.600 persone sono state salvate in mare negli ultimi tre giorni, in 31 operazioni di soccorso. Ma assai maggiore è la pressione lungo la rotta balcanica, dove i profughi affrontano una corsa a ostacoli, tra burocrazia, disagi e maltempo, pur di restare aggrappati al sogno di una vita in Europa.  Dalle frontiere marittime del Sud Europa, in particolare quelle italiane, solo il 6 dicembre 1.123 i migranti sono stati tratti in salvo al largo delle coste libiche, a seguito di nove distinte operazioni coordinate dalla Centrale operativa della Guardia costiera a Roma del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Si è trattato di sette gommoni, un barcone e un barchino. Alle operazioni di salvataggio ha partecipato anche la nave militare tedesca Berlin. A novembre secondo i dati dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati, complici le cattive condizioni meteo e la lotta contro i trafficanti di esseri umani in Turchia, sono state circa 140mila le persone che hanno raggiunto l’Europa attraverso il Mediterraneo, contro gli oltre 220mila di ottobre.  Ma è il dato della sola Germania a spiegare da solo come si cambiata l’immigrazione e quale sia la spinta alle porte dell’Europa. Sono quasi 965.000 i migranti registrati finora, secondo il ministro dell’Interno Thomas de Maizière, che ha fornito a Berlino i dati più aggiornati. Come già anticipato nei giorni scorsi, è stata già superata la stima fornita qualche mese fa dal governo, che parlava di 800.000 profughi per il 2015. Nel dettaglio, più della metà dei migranti, 484.000, arriva dalla Siria, mentre afghani e iracheni rappresentano la seconda e la terza nazionalità più diffusa. Solo nel mese di novembre sono stati registrato 206.000 migranti. Dall’inizio dell’anno sono state presentate 425.035 domande di asilo (solo in novembre 57.816), mentre è cresciuto il numero di quelle inevase: sono 355.914. Il ministro ha ammesso ritardi nella valutazione delle domande ma ha anche risposto alle varie critiche sulla lentezza piovute negli ultimi giorni sui funzionari del Bamf, l’agenzia governativa che gestisce le pratiche di asi- lo politico dei migranti. «Considero inadeguato il gioco alla ricerca del capro espiatorio alle spalle dei lavoratori, di qualsiasi livello», ha detto de Maizière, riferendosi alle lamentele arrivate dai ministri dell’Interno dei Laender. «Da mesi i funzionari lavorano con un carico altissimo», ha concluso il ministro. Un sovraccarico che paesi come l’Italia conoscono bene. Dopo gli attacchi di Parigi, però, l’accresciuta sensazione di pericolo fa si che alcuni governi chiedano di serrare le frontiere. Francia e Germania invocano il dispiegamento di agenti di frontiera dell’Unione europea per salvaguardare i confini esterni se gli Stati membri hanno «gravi carenze» nello svolgere controlli ai confini. È quanto emerge da una lettera nella quale viene sostenuto che la libertà di viaggiare all’interno dell’Unione europea è un «risultato fondamentale per i cittadini dell’Ue che adesso è seriamente in gioco» hanno scritto il ministro dell’Interno tedesco, Thomas de Maiziere, ed il suo omologo francese, Bernard Cazeneuve. Ma gli attentati terroristici del 13 novembre, hanno scritto, evidenziano l’importanza di riprendere il controllo delle frontiere esterne dell’Unione europea.
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