martedì 30 agosto 2022
Cinquanta persone a bordo di dieci pulmini carichi di aiuti, si sono trovate ieri mattina presto. Don Tonio Dell’Olio: essere accanto al popolo ucraino per poter vivere la fraternità
Il gruppo di attivisti che si è ritrovato ieri mattina a Gorizia, per la nuova missione di 'Stopthewarnow'

Il gruppo di attivisti che si è ritrovato ieri mattina a Gorizia, per la nuova missione di 'Stopthewarnow' - .

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Gorizia È da poco spuntata l’alba quando i pacifisti della rete Stopthewarnow si ritrovano nel grande parcheggio alla periferia di Gorizia, che è ormai il ritrovo abituale delle carovane in partenza per l’Ucraina. Sono arrivati da Vicenza, da Trento, da Torino, da Rimini, dalla Lombardia ma ci sono anche attivisti partiti dal Sud, sobbarcandosi lunghe ore di viaggio. In totale una cinquantina di persone a bordo di dieci pulmini carichi di aiuti umanitari, con qualche bandiera arcobaleno che spunta dai finestrini. L’organizzazione, che fa capo alla Comunità Papa Giovanni XXIII, fa sapere che questa terza carovana trasporta circa nove tonnellate di medicinali e generi di prima necessità.

Numeri inferiori alla carovana che arrivò a Leopoli all’inizio di aprile ma comunque significativi, come spiega il capo delegazione Gianpiero Cofano. «Andare a Odessa e Mykolaiv rappresenta senza dubbio una scelta più pericolosa rispetto a Leopoli. Non pensavamo di ottenere una simile risposta dalla società civile dopo sei mesi di guerra, peraltro senza aver lanciato alcun appello alla partecipazione. Negli ultimi giorni abbiamo dovuto chiudere le adesioni per non allargare troppo la delegazione, perché nel frattempo altre persone avevano espresso la volontà di aggregarsi». Ieri la carovana di Stopthewarnow (che riunisce oltre 175 associazioni, movimenti ed enti religiosi e laici) ha attraversato la Slovenia e l’Ungheria varcando la frontiera con l’Ucraina all’altezza della cittadina di Beregsurány.

Una chat su Whatsapp ha consentito ai pacifisti di rimanere in contatto per l’intero viaggio, condividendo indicazioni, aggiornamenti e stati d’animo. I messaggi lasciavano trasparire determinazione, entusiasmo, voglia di esserci. Ma anche stanchezza e dolore, per una guerra che sembra non finire mai, come ci ha confermato Luigi, volontario vincenziano partito dalla provincia di Milano con moglie e due figlie a bordo di un pulmino fornito dall’associazione di solidarietà 'Una casa anche per te'. In mattinata è arrivato anche il messaggio di don Tonio Dell’Olio della Pro Civitate Christiana di Assisi. «È la prima delle azioni verso l’Ucraina alla quale, per vari impedimenti, non riesco a partecipare direttamente, ma mi unisco idealmente al passo di coloro che sono in cammino verso Odessa e Mykolaiv. Essere accanto alle persone che subiscono la quotidiana violenza dei bombardamenti e dei missili, della paura e della precarietà è il modo più efficace per vivere la fraternità universale a cui siamo chiamati.

Gesti come quelli che sin dall’inizio abbiamo inteso mettere in atto come Stopthewarnownon sono né eclatanti, né decisivi, né efficaci secondo i canoni geostrategici e politici, ma nella mappa dell’umanità sono di gran lunga i più importanti, segnano un solco». In serata la carovana ha raggiunto la prima tappa, la città di Ivano- Frankivs’k, dove i partecipanti si sono fermati a dormire nei locali della chiesa greco-cattolica in attesa di ripartire, stamani, alla volta di Odessa. Nella serata di oggi saranno raggiunti da monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura, Gravina, Acquaviva delle Fonti e presidente nazionale di Pax Christi, che porterà anche il saluto della Cei. Domani la carovana si sposterà poi a Mykolaiv, dove è presente da mesi un presidio di volontari italiani di Operazione Colomba. Una parte del gruppo pernotterà in un rifugio antiaereo per stare accanto alle vittime e condividere con esse la paura dei bombardamenti.

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