sabato 2 aprile 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
Il rappresentante degli assistenti sociali, Gazzi: non sprecare questa esperienza Da pochi giorni Gianmario Gazzi, 42 anni, è stato eletto presidente del Cnoas, Consiglio nazionale ordine degli assistenti sociali di cui era vicepresidente dal 2014. Elezione avvenuta quasi in contemporanea con l’approvazione della riforma del processo civile da parte della Camera che sembra prevedere l’abolizione del Tribunale per i minori. Qual è la sua opinione? Ogni iniziativa riformista tesa a migliorare il sistema per renderlo più funzionale, specie rispetto ai soggetti che necessitano di maggiore tutela, avrà il nostro parere favorevole. In via di principio non siamo contrari all’istituzione del Tribunale della Famiglia inteso come istituzione in cui confluiscono e si riportano a unità tutte le problematiche riguardanti le persone. Ma per noi la specificità in termini di specializzazione ed autonomia della magistratura giudicante e di quella inquirente relativamente ai minorenni non può non essere mantenuta anche solo costituendo un nucleo a parte che si occupi approfonditamente di queste tematiche. L’esperienza accumulata in questi decenni dal Tribunale per i minori è riconosciuta e invidiata dai colleghi stranieri e sprecarla sarebbe sbagliato. Sono certo che il Senato ascolterà ragioni ed esperienza di chi in quel settore opera e apporterà le opportune modifiche. Gli assistenti sociali sono oltre 42mila, esiste un ricambio generazionale? Abbiamo colleghe e colleghi giovani, molto preparati e pronti a dare forti contributi alla società: ma nel pubblico i colleghi vanno in pensione senza essere sostituiti e il ricambio generazionale non esiste. Ciò causa un maggior carico di lavoro che viene svolto anche in regime di precarietà. Una situazione doppiamente grave: mancano le risorse economico-organizzative per dare contenuti concreti ai servizi sociali e mancano le risorse professionali per gestirne le problematiche. Tra i compiti del neo eletto Consiglio quello di individuare nuove soluzioni. Qual è la prima emergenza sociale da affrontare? L’emergenza che quotidianamente verifichiamo nasce dall’infragilirsi dei legami sociali che porta alla precarietà dell’esistenza dell’individuo. Le situazioni di difficoltà e disagio hanno impatti e conseguenze maggiori rispetto al passato: legami e reti che riuscivano ad attutirne gli effetti si sono allentate e ciascuno si sente più solo. Il nostro obiettivo è quello riuscire tutti assieme a costruire nuovi sistemi di protezione. Non bastano le erogazioni monetarie o i sussidi; servono servizi che consentano alle persone che si trovano in difficoltà di trovare le più idonee modalità per superare questi momenti. Quali obiettivi per il futuro? Avere una professione sempre più qualificata. Sogno di veder nascere nelle università i Dipartimenti di servizio sociale dove confluiscano esperienze, competenze, saperi e ricerca per formare professionisti in grado di svolgere meglio il prezioso ed importante lavoro rappresentato dal mettersi al servizio delle persone in difficoltà. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gianmario Gazzi
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: