venerdì 16 ottobre 2009
Violenta polemica dopo il servizio trasmesso a Mattino 5 che mostra il giudice Mesiano a passeggio. L'Anm chiede l'intervento del presidente della Repubblica, l'Authority per la Privacy medita l'apertura di un'istruttoria. Replica di Mediaset: non accettiamo lezioni da chi da mesi ha reso comune lo spionaggio dal buco della serratura.
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Dopo aver chiesto l'intervento del Garante della privacy a tutela di Raimondo Mesiano, il giudice della sentenza sul lodo Mondadori seguito di nascosto dalle telecamere di Canale 5, l'Associazione Nazionale Magistrati si è rivolta anche al presidente della Repubblica, dicendosi preoccupata "per la grave tensione che coinvolge le istituzioni del Paese e rischia di alterare l'equilibrio tra i poteri dello Stato". Secondo l'Anm, nei confronti del giudice civile -- che ha condannato Fininvest a risarcire la Cir di Carlo De Benedetti con 750 milioni di euro -- è in atto una campagna di delegittimazione da parte dei media controllati dalla famiglia Berlusconi.Intanto, in una nota, l'Autorità garante della Privacy ha fatto sapere che "sta valutando la segnalazione" del sindacato delle toghe nei confronti di Mesiano, "anche al fine di aprire una possibile istruttoria". "Se, per un verso, la recente decisione della Corte Costituzionale è stata l'occasione per rinnovare gli attacchi e le invettive nei confronti della magistratura e di singoli giudici, è davvero incredibile assistere ad una inedita opera di denigrazione mediatica di un magistrato", scrive l'Anm a Napolitano in una lettera firmata dal presidente Luca Palamara."Il telegiornale del mattino di Canale 5 ha pedinato il giudice Mesiano, riprendendolo abusivamente nelle sue occupazioni quotidiane e definendo 'stravagantì i suoi comportamenti; il quotidiano 'Il Giornale' ha pubblicato un articolo nel quale riporta il racconto di un anonimo avvocato, che avrebbe carpito in un ristorante alcune frasi del giudice Mesiano di commento ai risultati delle elezioni del 2006", ricostruisce il sindacato delle toghe. L'Anm si è rivolta sia al Garante della Privacy che a Napolitano dicendo di non credere che "esistano precedenti simili in Italia, per denigrare una persona e delegittimare una funzione essenziale e delicata per la civile convivenza in uno Stato di diritto", ha scritto ancora Palamara.La replica di Mediaset. "Non accettiamo bacchettate da chi negli ultimi mesi ha reso sistematica prassi giornalistica lo spionaggio a senso unico dal buco della serratura". Replica duro sul caso del giudice Mesiano il Direttore generale di News di Mediaset Mauro Crippa. "Troppo comodo prendersela oggi con Brachino - prosegue -, che mostra a passeggio per strada un magistrato che obiettivamente ha acquisito notorietà nazionale ed internazionale, quando l'informazione giornalistica è dominata da curiosità assai più morbose". "Vogliamo tutti maggiore sobrietà nell'informazione? - si chiede Crippa -. Le News di Mediaset raccolgono l'invito in attesa che lo stesso facciano quelli che così istericamente ci criticano".
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