venerdì 19 aprile 2013
Bocciato il regolamento comunale di Vicenza. Il sindaco Variati: il nostro piano, finalizzato a tutelare l’ordine pubblico e a combattere le ludopatie, osteggiato dalle multinazionali delle scommesse. Gli altri sindaci sono con noi.
GLI ESPERTI
«Ormai è la più allarmante forma di dipendenza»
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Achille Variati, sindaco di Vicenza, non si dà per vinto di fronte alla sentenza del Tar. Il Tribunale amministrativo del Veneto, infatti, ha negato al Comune di Vicenza, impegnato da tempo nel contrasto del gioco d’azzardo, la possibilità di tutelare il territorio e la salute dei cittadini, annullando la validità del regolamento per limitare l’apertura di sale giochi e scommesse in prossimità di edifici sensibili, a cominciare dalle scuole. L’amministrazione comunale farà ricorso al Consiglio di Stato perché si tratta di un pronunciamento "inaccettabile".Il Tar dice che su queste materie è intervenuta la legge dello Stato a stabilire i principi a tutela della ludopatia. A smentire la tesi che il problema sia stato risolto da Roma, come ricorda il sindaco, è lo stesso Ministro della Salute, Renato Balduzzi, che lo scorso dicembre ha dichiarato: «Sono sconcertato per gli emendamenti sul gioco d’azzardo patologico che sembrano invertire la direzione che il Governo ha avuto rispetto a questa questione di impatto enorme. Siamo in presenza di un assalto di questa o quella lobby».«La nostra Amministrazione – come tanti altri coraggiosi sindaci in tutta Italia che si stanno battendo su questo fronte a prescindere dall’appartenenza politica – da tempo sta lottando contro la proliferazione del gioco d’azzardo che causa ludopatie», vera e propria piaga sociale che mette in ginocchio le famiglie», ricorda Variati, che aggiunge: il Governo di Roma ha ammesso la propria impotenza nel contrastare il gioco d’azzardo dominato da lobby e interessi fortissimi, ma allo stesso tempo nega ai sindaci i poteri per limitare un fenomeno molto pericoloso».«Noi non ci stiamo e proseguiremo la battaglia per riaffermare il diritto e il dovere del Comune di regolamentare il proprio territorio per tutelare cittadini. Ci sono famiglie distrutte dalla ludopatia e altre che sono a forte rischio: ignorare questo dramma sociale sarebbe un atteggiamento vergognoso e imperdonabile». Il sindaco invita a non dimenticare che per ogni giocatore che si rovina, c’è una famiglia distrutta, c’è una risorsa per la società che diventa un peso, c’è un malato da curare a spese del servizio sanitario pubblico. L’Amministrazione vicentina ha deciso di colmare il vuoto dello Stato. Nel novembre del 2011 un gruppo di cittadini si mobilitò contro l’apertura di nuove sale giochi in un quartiere già con alcune criticità legate alla prostituzione di strada. Così, su proposta della giunta Variati, il consiglio comunale approvò poco dopo un regolamento che stabilisce regole rigide per l’apertura di nuove sale giochi e scommesse, vietate nelle vicinanze di luoghi sensibili come le scuole. Per dare maggiore forza all’azione di contrasto alla proliferazione del gioco d’azzardo, nel febbraio del 2012 il consiglio comunale adottò una variante alle norme tecniche di attuazione del piano regolatore che trasformava in prescrizione urbanistica il regolamento per le sale giochi. Non solo. Il Comune ha organizzato incontri, conferenze, iniziative culturali ed artistiche. Una grande battaglia di un territorio intero contro un fenomeno dall’enorme potenziale distruttivo per la nostra comunità. Una battaglia di civiltà che siamo convinti valga la pena combattere fino in fondo. «Di fronte a questo impegno, la risposta di Roma è stata prima un silenzio assordante, poi un tentativo di legiferare che di fatto non ha risolto nulla».
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