martedì 10 settembre 2019
Alla fine la scommessa di Roma ha pagato: l'ex premier è davvero il successore di Moscovici. Dovrà fronteggiare il rigorismo del lettone Dombrovskis (ma non della Germania)
Paolo Gentiloni, designato commissario europeo per gli Affari economici (Ansa)

Paolo Gentiloni, designato commissario europeo per gli Affari economici (Ansa)

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Alla fine la scommessa di Roma ha pagato: Paolo Gentiloni è davvero il successore di Pierre Moscovici come commissario agli Affari economici. "La scelta per l’Economia - ha detto la presidente eletta Ursula von der Leyen - è ricaduta su Gentiloni per la sua grande esperienza".

"Ringrazio la presidente Von der Leyen - ha dichiarato lo stesso ex premier - per l'incarico che mi ha assegnato nella nuova Commissione. La responsabilità di commissario all’Economia è di grande rilievo in un momento cruciale per il futuro dell’economia europea. Mi impegnerò innanzitutto per contribuire al rilancio della crescita e alla sua sostenibilità sociale e ambientale. Cercherò di onorare l’Italia, il cui Governo mi ha proposto, lavorando nell’interesse di tutti i cittadini europei e in costante raccordo con il Parlamento europeo e le istituzioni dell’Unione".

Plauso è giunto anche dal suo predecessore Moscovici: Gentiloni, ha scritto su Twitter, "è un amico ed una scelta eccellente, saprà portare i valori e le idee della famiglia socialdemocratica".

Non sarà una posizione facile, e infatti si sa che soprattutto vari Paesi del Nord Europa (non la Germania, invece favorevole) hanno protestato che questo portafoglio che sorveglia i conti pubblici degli Stati membri sia dato all'Italia, con il secondo debito più alto dell'eurozona e rapporti cronicamente complicate con Bruxelles. Prime tensioni potrebbero vedersi già in autunno, quando il governo Conte dovrà affrontare una difficile Legge di bilancio che deve reperire 23 miliardi di euro per evitare l'aumento dell'Iva. Anche per questo Von der Leyen ha deciso di mettere Gentiloni sotto la supervisione del lettone Valdis Dombrovskis, considerato un rigorista e confermato all'Euro e ora nominato uno dei tre vicepresidente esecutivi (insieme all'olandese Frans Timmermans e Margrethe Vestager).

Una carica potente, con diretto accesso alle direzioni generali, e di gerarchia più alta dell'ex premier italiano. Von der Leyen ha parlato di "buon equilibrio n una combinazione intelligente di punti di vista diversi con Dombrovskis, con cui (Gentiloni ndr) lavorerà" Von der Leyen ha ricordato anche il neo ministro delle Finanze italiano, Roberto Gualtieri, che, dice ancora la presidente eletta,"viene dal Parlamento europeo e conosce molto bene il Patto di stabilità e le norme sulle quali in Europa ci siamo messi d’accordo. Se rispettiamo queste regole staremo meglio tutti".

Parole che fanno ben capire che non ci si debba attendere un'eccessiva indulgenza da Bruxelles sui nostri conti pubblici. Come si capisce anche nella lettera di missione di Von der Leyen a Gentiloni, in cui si avverte che "gli attuali elevati livelli del debito sono fonte di rischio", e dunque "Lei dovrà guardare a come affrontare questi elevati livelli di debito sia nel settore privato, sia in quello pubblico". Al tempo stesso però non si rinnega che margini ci siano: "Lei assicurerà l'applicazione del Patto di Stabilità e crescita utilizzando tutta la flessibilità consentita dalle regole. Ciò aiuterà a raggiungere una posizione di bilancio più favorevole alla crescita nell'eurozona e a stimolare gli investimenti, pur salvaguardando la responsabilità di bilancio".

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