giovedì 16 maggio 2013
​Stamattina le Fiamme gialle hanno eseguito 22 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 12 arresti domiciliari e 85 perquisizioni. Tra i destinatari anche avvocati, commercialisti e appartenenti alle forze dell'ordine, oltre a un giudice amministrativo del Tar del Lazio.
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È un giudice amministrativo del Tar del Lazio il magistrato arrestato oggi insieme ad altre 33 persone nell'operazione del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza che ha smantellato un'organizzazione criminale che riciclava denaro in Italia e all'estero. Destinatari di misure cautelari anche avvocati, commercialisti e appartenenti alle forze dell'ordine.L'organizzazione criminale era attiva in Italia e all'estero. Sono state eseguite 22 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 12 arresti domiciliari, 85 perquisizioni effettuate dalle Fiamme gialle. Tra i destinatari della misure cautelari due carabinieri e "anche soggetti operanti nell'area dell'intermediazione finanziaria e facenti capo al prof. Gianni Lapis, noto avvocato tributarista palermitano, già prestanome di Vito Ciancimino". L'organizzazione criminale "riciclava, in italia e all'estero, denaro sporco -spiegano le fiamme gialle- frutto di illecite attività e commercializzava oro in assenza delle prescritte autorizzazioni". Per smascherare i responsabili, per mesi un finanziere si è infiltrato nell'organizzazione. "L'organizzazione criminale, operantesu tutto il territorio nazionale e all'estero, dedita a violazioni valutarie in titoli, valori e mezzi di pagamento nazionali, europei ed esteri, nonchè all'esecuzione di illecite movimentazioni finanziarie e di capitali, anche transnazionali, è stata smantellata dai finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria". L'attività, spiega la Gdf, è stata coordinata e diretta nelle ultime fasi dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti, Daniele Paci, Lia Sava e Dario Scaletta.Il giudice del Tar del Lazio, Franco Angelo Maria Debernardi, 63 anni, e i due carabinieri, "dietro la prospettiva di lauti compensi, fornivano il proprio apporto qualificato nella programmazione e nella realizzazione degli affari di cambio valuta di provenienza illecita", precisano alla Guardia di Finanza. Numerosi i reati ipotizzati a carico dei responsabili: non solo associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità, finalizzata al riciclaggio di ingenti quantitatividi denaro in divisa estera e al commercio dell'oro, attraverso l'esercizio abusivo della professione di intermediario finanziaro con modalità tali da eludere il sistema della tracciabilità delle operazioni (aggirando il circuito bancario e consentendo di fatto l'immissione nei mercati di denaro contante), ma anche falsificazione, spendita e introduzione nello stato di monete falsificate, detenzione illegale di armi e munizionamento, truffa e violazioni alla disciplina del mercato dell'oro. Fondamentale per la ricostruzione dei fatti e l'addebito delle singole responsabilità, è stato l'impiego di un finanziere 'sotto coperturà che, infiltrato nelle diverse organizzazioni, "ha partecipato alle trattative necessarie per concludere le operazioni dicambio, acquisendo così precisi elementi di prova". Le indagini hanno già permesso di sequestrare valuta straniera (principalmente dollari Usa, Won nord-coreani e Franchi svizzeri), per un controvalore complessivo superiore a 11 milioni e mezzo di euro e di denunciare 93 persone. Le attività, eseguite dalle prime ore dell'alba dalle fiamme gialle del nucleo speciale di polizia valutaria di Roma e di altri 29 reparti della Guardia di Finanza, hanno interessato le province di Palermo, Roma, Torino, Aosta, La Spezia, Milano, Varese, Como, Verona, Vicenza, Padova, Modena, Firenze, Arezzo, L'Aquila, Frosinone, Benevento, Napoli, Crotone, Cosenza, Messina e Catania.
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