sabato 5 novembre 2016
Chi ha uno stabilimento ancora in piedi apre le porte per accogliere e mettere in sicurezza i prodotti enogastronomici della zona.
È gara di solidarietà senza fine: le aziende concorrenti si alleano
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Rinascere insieme rimboccandosi tutti le maniche per un solo obiettivo: non far morire le specialità culinarie della zona. Come? Con un unico marchio commerciale e la disponibilità delle catene di distribuzione alimentare (alcune si sono già fatte avanti per esporre nei loro supermercati i prodotti terremotati) per vendere salumi, legumi e formaggi. E, così, chi ha la fortuna di avere uno stabilimento ancora in piedi apre le porte per accogliere e 'mettere in sicurezza' i prodotti enogastronomici del territorio. Non importa se fino a qualche settimana fa si era concorrenti, ora si è solo produttori di salumi di Norcia, di zafferano di Cascia e di lenticchie di Castelluccio. E c’è perfino chi – anche da un terra lontana e ex terremotata come l’Emilia – si offre per ospitare nel proprio stabilimento di prosciutti a Parma i prodotti salvati dalla scossa del 30 ottobre. «Lo so, è strano, siamo aziende in teoria in competizione sul mercato – ammette Federica Zucchetti, la responsabile marketing della norcineria Renzini – siamo quasi imbarazzati e increduli della grande solidarietà che stiamo ricevendo in questi giorni».
L’azienda ha sede a Montecastelli (Pg), ma ha i due prosciuttifici principali a Norcia e Abeto (frazione di Preci) «in pessime condizioni, anche se per fortuna abbiamo salvato la gran parte della produzione». Cosce e spalle di suino «che alcune aziende emiliane, con cui siamo in contatto, si sono offerte di ospitare per la stagionatura». Nelle zone colpite dal sisma però non si tratta solo di salvare il destino di un prodotto, ma l’intera economia delle valli tra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. «Qui o si rinasce insieme o si muore insieme», ammette Roberto Persiani, titolare dell’omonima azienda agricola che a Cascia produce legumi, formaggi, salumi, miele e zafferano. Il terremoto ha risparmiato per metà uno dei magazzini e così Roberto sta trasferendo tutti i salumi in un luogo sicuro. «Spero avanzi dello spazio per poter ospitare anche la merce di altri commercianti», dice, mentre spiega che a Cascia sta nascendo un consorzio tra produttori con marchio unico e prezzi fissi per i prodotti, sul modello di We are Norcia, il cartello di aziende del vicino Comune creato dopo il sisma di agosto. «Non ha senso fare la guerra tra di noi – continua Roberto – qui c’è in gioco il futuro di tutto il nostro paese e di quelli vicini»; ora insomma bisogna «semplicemente unirsi per ripartire».
Stesso discorso che ha fatto la Grifo Latte di Perugia, che dal 24 agosto sta accogliendo la mungitura degli allevamenti dell’alto Lazio che non hanno più laboratori per trasformare il latte. Ci si arrangia come meglio si può, insomma. Anche utilizzando le nuove tecnologie per la vendita online. Si allunga di ora in ora, infatti, la vetrina virtuale di prodotti e aziende che hanno bisogno di essere salvate pubblicata sul sito www.valnerinaonline.it, per acquistare a distanza le specialità del territorio umbro-marchigiano e consentire così di far ripartire l’attività a chi non sa ancora come riavviare la produzione. È il caso di Roberto Duca, titolare della salumeria 'Dai tre porcellini' a Norcia, proprio alle spalle della basilica di San Benedetto crollata una settimana fa. «Il nostro punto vendita è inagibile e una parte della lavorazione ora l’abbiamo in un magazzino di un altro commerciante che ci ospita gentilmente», risponde al telefono alla domanda di disponibilità di salumi. «La stagionatura per ora non è terminata – ammette – ma stia tranquilla, giro la richiesta a un collega salumiere del posto. Qui ora siamo tutti un’unica grande azienda».

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