martedì 13 luglio 2010
Il generale riconosciuto colpevole di avere creato un commercio internazionale di stupefacenti per poi arrestare i colpevoli ottenendo così promozioni. Maroni e il Comandante dell’Arma: fiducia in lui.
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Quattordici anni di reclusione per irregolarità in operazioni di traffico internazionale di stupefacenti, un’interdizione perpetua dai pubblici uffici e 65mila euro di multa. È pesante come un macigno la condanna che i giudici dell’ottava sezione penale del Tribunale di Milano hanno inflitto al generale Giampaolo Ganzer, attuale comandante del Ros e da trent’anni uomo di riferimento dell’Arma e delle istituzioni nelle indagini contro il terrorismo e il crimine organizzato. La sentenza, arrivata nel primo pomeriggio di ieri, è relativa al processo su alcune operazioni antidroga condotte negli anni Novanta da un piccolo gruppo all’interno del reparto speciale dell’Arma. Non si conoscono le motivazioni, che saranno depositate tra novanta giorni, ma la decisione dei giudici milanesi arriva dopo un processo complesso, durato molti anni e che ha vissuto innumerevoli udienze.Il generale Ganzer è accusato di aver guidato «un gruppo dedito alla commissione di una serie indeterminata di importazioni illecite, detenzioni e cessioni di ingenti quantitativi di cocaina, eroina e hashish e pasta di cocaina». Il tutto sarebbe avvenuto «utilizzando la struttura, i mezzi, le relazioni e l’organizzazione dell’Arma dei Carabinieri, abusando della propria qualità di pubblico ufficiale, avvalendosi in modo strumentale delle norme che regolano la consegna controllata, l’acquisto simulato, il ritardato sequestro ed arresto da parte degli operatori di polizia giudiziaria». Un comportamento assunto dall’alto ufficiale, secondo l’accusa, per «carriera, visibilità e prestigio».Commento stringato alla decisione dei giudici da parte del generale Ganzer: «Le sentenze non si possono che rispettare. Aspettiamo le motivazioni». Non ha voluto rilasciare altre dichiarazioni «per ragioni di coerenza istituzionale» ma sul suo futuro ha detto: «Sono decisioni che, come sempre, spettano esclusivamente ai miei superiori». E in tarda serata arriva una dichiarazione di fiducia sull’operato di Ganzer da parte del comandante generale Leonardo Gallitelli, che in una nota di dice «fiducioso nel favorevole esito positivo dei prossimi gradi di giudizio e conferma la piena affidabilità del generale». Parole di sostegno anche dal ministro degli Interni Roberto Maroni: «Ho pieno rispetto e fiducia nella magistratura – ha detto il titolare del Viminale – ma altrettanta fiducia ho nell’operato dei carabinieri, del Ros e del suo comandante». Luigi Federici, a capo dell’Arma dei Carabinieri dal 1993 al 1997, sembra non avere dubbi: «Su Ganzer – ha dichiarato – ci metto la mia testa». Oltre al generale sono altri diciassette gli imputati nel processo in questione. L’ex colonnello dei Ros, Mauro Obinu, ora all’Aise (ex Sisde), è stato condannato a 7 anni e 10 mesi di carcere, è stato interdetto a vita dai pubblici uffici e dovrà pagare una multa di 35mila euro. Tra i diciotto imputati tre sono stati assolti dai giudici milanesi, mentre gli altri sono stati condannati a pene che vanno dai tredici anni e sei mesi per l’ex sottufficiale Gilberto Lovato, in giù. Tutti, compreso il generale Ganzer, sono stati assolti dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, per il quale il pm Luisa Zanetti aveva chiesto 27 anni di carcere. Gli imputati, dunque, per i giudici si sarebbero mossi illegalmente ma non all’interno di un sistema organizzato e senza una regia unica.Con questa sentenza di condanna, dunque, si chiude il primo grado di uno dei procedimenti più delicati degli ultimi anni: nato a Brescia , successivamente trasferito per competenza a Milano, poi spostato a Bologna e nel 2001, dopo la pronuncia della Cassazione, definitivamente giunto nel capoluogo lombardo.
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