giovedì 6 aprile 2017
La notizia arriva dalla Corte europea dei diritti umani. Il caso è chiuso.
Una delle persone picchiate nella caserma a Bolzaneto (a sinistra) entra in tribunale con il suo avvocato (Ansa)

Una delle persone picchiate nella caserma a Bolzaneto (a sinistra) entra in tribunale con il suo avvocato (Ansa)

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Il governo italiano ha riconosciuto i propri torti nei confronti di sei cittadini per le violenze subite nella caserma di Bolzaneto il 21 e 22 luglio 2001, ai margini del summit del G8 a Genova. Di conseguenza ha accettato di versare 45 mila euro a ciascuno di loro per danni morali e materiali, oltre alle spese processuali. Lo ha reso noto oggi Corte europea dei diritti umani, che ha preso due decisioni in cui "prende atto della risoluzione amichevole tra le parti" e stabilisce di chiudere questi casi. Lo Stato italiano, insomma, ha "patteggiato" e ora vuole voltare pagina.

Il Governo si è dunque impegnato "ad adottare tutte le misure necessarie a garantire in futuro il rispetto di quanto stabilito dalla Convenzione europea dei diritti umani, compreso l'obbligo di condurre un'indagine efficace e l'esistenza di sanzioni penali per punire i maltrattamenti e gli atti di tortura". A questo scopo l'Italia si è anche impegnata "a predisporre corsi di formazione specifici sul rispetto dei diritti umani per gli appartenenti alle forze dell'ordine".

I fatti per i quali Bolzaneto è divenuto famoso a livello internazionale in questi anni sono legati alla caserma di Polizia che ospita un reparto mobile. Qui, nel 2001, vennero commessi abusi da parte di alcuni funzionari della polizia. Vittime alcune persone fermate durante le manifestazioni e gli scontri in occasione del G8 a Genova. Ne scaturì un processo che ha portato alla condanna di diversi funzionari, con sentenza definitiva nel 2012.


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