venerdì 26 luglio 2013
​Il disegno di legge proposto dal ministro Lorenzin prevede di estendere il divieto agli spazi aperti degli istituti scolastici. Stretta anche sulle sigarette elettroniche. Il Ddl prevede anche controlli a tappeto e norme severe contro gli odiosi maltrattamenti verso chi è ricoverato in un ospizio.
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Ricreazione senza sigarette: anche i cortili delle scuole diventeranno area completamente off-limits al fumo. Il divieto riguarderà tutti, studenti ma anche i professori e i dipendenti degli istituti, estendendo così anche alle aree esterne il divieto che fino ad ora riguardava l'interno degli edifici. Il divieto totale al fumo, che riguarda sigarette normali ma anche quelle elettroniche, è inserito nel disegno di legge che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha presentato e fatto approvate in consiglio dei ministri. Un provvedimento che farà discutere, come ha detto il premierEnrico Letta, condiviso dai presidi che però si dicono preoccupati sulla possibilità di far rispettare la norma. Resta il fatto che ben una scuola su 4 non espone neppure il cartello con il divieto dentro l'edificio.«È stata estesa la legge Sirchia alle scuole con il divieto di fumo per dare un segnale molto forte al fatto che la scuola è un luogo di formazione e educazione». Contro il fumo, soprattutto nelle scuole, il governo vuole dare un «segnale molto forte» ha detto Letta annunciando al termine del Cdm un «importante provvedimento che, anche se farà discutere, conferma e inasprisce il divieto di fumo. Noi lo riteniamo necessario soprattutto nelle pertinenze degli edifici scolastici, dove spesso viene aggirato». Inizialmente il testo prevedeva un'altra norma contro il tabacco: un divieto al fumo in auto in presenza di donne in gravidanza e di minori e che non avrebbe mancato di sollevare polemiche e provocare reazioni. E il confronto fra ministri, proprio alla luce di alcuni rilievi, ha portato alla scelta di un rinvio. «Abbiamo dibattutosull'opportunità di una norma innovativa diffusa in paesi europei ma preferiamo che ci sia un dibattito parlamentare che sensibilizzi l'opinione pubblica» ha spiegato i ministro.   Giusto introdurre il totale divieto del fumo nelle scuole, anche in ambienti aperti, il difficile sarà il controllo di questo divieto, sia per i ragazzi sia per i docenti. Ne è convinto il presidente dell'Associazione nazionale dei presidi, Giorgio Rembado, che plaude in «modo convinto ed assoluto» alla decisione odierna del Consiglio dei Ministri. Anche se segnala una possibile difficoltà nell' applicazione dello stesso divieto per i necessari controlli. «Va da sé però - prosegue - che quando viene introdotto un divieto partono anche le trasgressioni. Servirà, quindi, prevedere una vigilanza nuova che rappresenta un nuovo impegno per i dirigenti e per i docenti; impegno che si aggiunge a quelli che già devono assolvere». Non sarà facile far passare il messaggio che non si fuma e non si fuma anche all'aperto. «C'è ormai la consuetudine - sottolinea - che il fumo può essere lecito quando si è all'aperto. Il rischio è che questa decisione possa essere vista come non razionale anche se - osserva ancora - a mio avviso in realtà lo è.  La scuola ha il dovere e la responsabilità di far capire la gravità del problema» e le gravi conseguenze che questo comportamento può avere il fumo sulla salute.Lotta agli ospizi lagerControlli a tappeto e norme severe contro gli odiosi maltrattamenti verso chi è ricoverato in un ospizio. L'inasprimento delle pene per chi gestisce “ospizi lager”, sotto forma dell'introduzione dell'aggravante per chicommette un reato su una persona ricoverata, discende proprio dai fatti di cronaca recenti, ha spiegato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin presentando il suo disegno di legge omnibus. «Dopo il blitz a Meta di Sorrento, dove erano ricoverati 32 disabili, a seguito di quel sequestro abbiamo fatto 100 ispezioni - ha sottolineato il ministro - agiremo anche nelle prossime settimane per fare un monitoraggio a tappeto di strutture per anziani e disabili». Attraverso l'inasprimento delle pene è stato affrontato anche il tema dell'abusivismo medico, «una vergogna» per il ministro. 
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