mercoledì 25 ottobre 2017
L’ex governatore dovrà rispondere di presunte tangenti nella sanità. Ma lui: processo ancora più infondato del primo
«Corruzione»: nuovo processo per Formigoni
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L'attivazione di un protocollo. Sembra anche questo il nuovo processo aperto dalla gip Alessandra Del Corvo a carico di Roberto Formigoni. Stesso settore: sanità; stesso reato: corruzione aggravata e turbativa d’asta. Un intermediario, Gianluca Guarischi, all’epoca consigliere regionale, succeduto a Pierangelo Daccò (coinvolto nei processi Maugeri e San Raffaele), nel ruolo dei facilitatore per i pagamenti delle forniture gonfiate e il rientro delle tangenti. Stessa premura per i benefit «assicurati» al governatore della Lombardia. 447mila euro a fronte dei 900mila della complessiva corruzione. Somma contenuta rispetto ai 7 milioni contestati nel primo processo, ma qui l’arco temprale (2010-2012) è più corto.

Formigoni sostiene che si ripete un vecchio copione. Ma soprattutto che «questo processo è ancora più infondato del primo» (dove è stato condannato a 6 anni in primo grado). E che, tanto più in questo caso, «è totalmente privo di qualunque riscontro. Basti dire che l’imprenditore che avrei favorito non ha concluso alcun affare con la Regione Lombardia. E i viaggi che avrei avuto in dono sono stati da me personalmente e integralmente pagati, come risulta inoppugnabilmente da bonifici e assegni provenienti dal mio conto corrente e noti alla Procura».

L’imprenditore favorito è Giuseppe Lo Presti, che ha già patteggiato a 2 anni e 6 mesi per sé e 2 per il figlio, Salvo Massimiliano. La loro azienda ha fornito all’ospedale di Cremona e all’Istituto nazionale dei tumori due acceleratori lineari: i cosiddetti "Vero", macchine per la diagnostica di indiscussa validità. Ma, per ottenere gli appalti, i Lo Presti, con la collaborazione del direttore generale Carlo Lucchina (a giudizio per turbativa d’asta), avrebbero conosciuto «in anticipo contenuti e tempi sulla procedura di aggiudicazione». E anche «le procedure di delibera dei finanziamenti» regionali, che erano stai sollecitati. Ciascuna macchina fu pagata 8 milioni, 2,6 milioni per uno stesso "Vero" destinato all’Ospedale Sant’Anna di Como. La giudice racconta anche di pressioni esercitate dalla Regione perché l’ospedale di Cremona, e soprattutto l’Istituto Istituto Tumori, non sollevassero obiezioni e problemi. Un gran "lavoro", svolto anche attraverso Guarischi, che è già stato condannato in appello a 5 anni.
L’ordinanza della gip elenca uffici, studi, date per somme versate al consigliere regionale. E le fatture gonfiate che avrebbero prodotto con il «nero» le tangenti. Altrettanto dettagliato l’elenco di vacanze e regali che sarebbero arrivati - via Guarischi - a Formigoni. Un viaggio in Sudafrica per il Capodanno 2012; due soggiorni estivi in Croazia, «con noleggio natanti». E sempre con aerei ed elicotteri privati e top executive, escursioni in Sardegna, Valtellina e Saint Moritz. Con l’aggiunta di pranzi e cene e di un orologio in acciaio Bulgari dal valore di 3.530 euro commissionato in Montenapoleone e, per l’accusa, finito via Guarischi a Formigoni.
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