giovedì 4 marzo 2010
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Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni va all'attacco. Dopo aver fatto depositare dai legali il ricorso al Tar contro l'esclusione della sua lista decisa dall'Ufficio centrale regionale della Corte d'appello, ha lanciato sul web la campagna per fare inviare fax e messaggi al capo dello stato, ha fatto controllare le firme delle altre liste e ha annunciato denunce alla Procura della repubblica contro ignoti.Sicuro della regolarità delle firme della sua lista, Formigoni ha anche sottolineato che in Lombardia non c'è alcun bisogno di un intervento del governo con un decreto legge che sani la situazione. "Noi qui in Lombardia - ha affermato - non abbiamo bisogno di nulla. Se il Consiglio dei ministri farà sue valutazioni, se le più alte cariche dello Stato faranno valutazioni, noi non possiamo che guardare con rispetto alle loro decisioni". Nessuna irregolarità, quindi, secondo il presidente della Lombardia, nella raccolta delle firme per le liste, semmai è il centrosinistra che le ha commesse: "La lista Penati non può essere ammessa" ha detto Formigoni, secondo il quale nei controlli effettuati da esponenti del Pdl "sono state riscontrate delle irregolarità". È contro i radicali e l'Ufficio centrale regionale della Corte d'appello però che Formigoni lancia i suoi strali: "Abbiamo riscontrato comportamenti dell'ufficio centrale regionale di gravissima irregolarità". Quindi, ricordando che le liste erano state accolte dall'ufficio, Formigoni ha usato parole pesanti: "Compiendo un'irregolarità, ha accolto il ricorso dei radicali che era improponibile ai sensi della legge", quindi "ha dato la disponibilità delle nostre liste per 12 ore agli esponenti della lista Bonino-Pannella. "Dal punto di vista teorico - ha proseguito - avrebbero potuto compiere qualsiasi attività manipolatoria compresa la sottrazione dei documenti".Non ha dubbi il presidente della Lombardia sull'esistenza di una manovra "organizzata e ordita da più soggetti per recare nocumento al centrodestra della Lombardia". Un complotto, insomma, per vincere le elezioni grazie all'esclusione del partito di maggioranza: "Non si può - ha ribadito - scippare la democrazia in questo modo. Le intrusioni riscontrate alle nostre liste non ci sono state per le altre. La legge è uguale per tutti e noi siamo garanti della legalità, non come queste opposizioni che si preparavano impunemente a trarre vantaggio da una nostra esclusione".Filippo Penati, il candidato del Centrosinistra, ha replicato sostenendo che convocare il consiglio dei ministri per risolvere "il pasticcio elettorale" prima che si pronuncino gli organi amministrativi è "un pessimo esempio ai cittadini". Penati ha anche respinto al mittente le accuse di complotto: "Noi nonabbiamo nessuna responsabilità rispetto alla situazione che si è creata. Voglio ricordare a tutti che io non ho fatto nessun ricorso. Anzi, mi sono difeso dal ricorso dei Radicali. Abbiamo dimostrato la regolarità delle firme del mio listino. Se Formigoni è di diversa opinione faccia valere quello che ritiene un suo diritto nelle sedi opportune".
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