mercoledì 30 dicembre 2009
Nella notte di Natale 2008 Milano lanciava la prima iniziativa. Un anno dopo la mappa delle Chiese che hanno attivato proposte simili ricalca ormai quella dell’Italia. Decine di Chiese locali si sono attivate per rispondere all’emergenza della povertà e della disoccupazione. Un immenso cantiere di generosità.
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C'è un’Italia che non sta a guardare e si rimbocca le maniche per aiutare chi s’è impantanato nelle sabbie mobili di lavori persi o redditi che non bastano più. È l’Italia dei samaritani che si piega sulle ferite della disoccupazione e delle famiglie che non arrivano alla fine del mese. È l’Italia della solidarietà, che non conosce crisi e risponde all’emergenza della congiuntura negativa, arrivata fin sotto casa, quando la Chiesa italiana la invita a mobilitarsi. Com’è accaduto con il «Prestito della speranza», l’iniziativa della Cei che ha dato vita a un fondo di garanzia per le famiglie rimaste senza reddito. Un’esperienza che a livello locale ha assunto il volto di fondi speciali che in questi mesi si sono moltiplicati da Nord a Sud e che in tutta la Penisola hanno tessuto una sorprendente maglia della generosità.È trascorso un anno da quando l’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, annunciava nell’omelia della Messa di mezzanotte del Natale 2008 l’idea del «Fondo famiglia-lavoro». Un’intuizione che ha fatto scuola. A Bergamo i primi ad alimentare il fondo diocesano di solidarietà sono stati i sacerdoti versando una mensilità. A Brescia la Caritas è in prima linea con «Mano fraterna» che spazia da un fondo d’emergenza al sostegno all’occupazione. Como ha lanciato il «Fondo famiglia-lavoro», Mantova ne ha uno gestito dalla Caritas e Lodi può contare su un fondo in cui è confluita anche una parte delle risorse destinate a manifestazioni locali. Nelle diocesi di Crema, Cremona, Pavia e Vigevano sono attivi contributi a fondo perduto. Spostandosi in Piemonte, l’arcidiocesi di Torino, con il cardinale Severino Poletto, ha creato «Gocce di speranza», una "cassa comune" gestita dalla Caritas. Poi c’è il «Credito della speranza» avviato con la Fondazione Operti, che appoggia anche iniziative della diocesi di Acqui. Ad Alessandria è stato raddoppiato il progetto «Microaiuto solidale» finanziato da istituti di credito e istituzioni, e Asti ha un proprio fondo speciale. A Novara le offerte di Natale sono andate alle iniziative della diocesi per chi ha perso il lavoro, mentre a Vercelli la colletta natalizia è stata indirizzata a coloro su cui pende uno sfratto esecutivo. Azione congiunta tra diocesi di Pinerolo e Chiesa valdese con una raccolta per le famiglie numerose. Ad Aosta la diocesi offre posti di lavoro con le cooperative che assumono il personale, mentre la Caritas diocesana finanzia le attività e le parrocchie gestiscono i lavoratori. Si chiama «Camminiamo insieme» il percorso proposto nell’arcidiocesi di Genova dalla Fondazione Carige con la Caritas, che si basa sull’«adozione a vicinanza» delle famiglie. A Savona-Noli le raccolte di Avvento hanno alimentato il «Fondo emergenza famiglie» destinato ad affitti, mutui e bollette, mentre a Ventimiglia-Sanremo è attivo da quasi un anno il «Fondo emergenza famiglie». Nel Triveneto l’impegno anticrisi è a tutto campo: da Rovigo a Trieste, da Belluno-Feltre a Chioggia, passando per quasi tutte le Chiese diocesane della grande area. A Gorizia il Natale è stato l’occasione per sollecitare nuovi aiuti dopo che il fondo si era quasi esaurito. Analogo appello a Vittorio Veneto. Vicenza ha invitato le famiglie ad adottare, anche con borse della spesa, altri nuclei colpiti dalla crisi. Fondi speciali sono attivi a Padova e Concordia-Pordenone. La diocesi di Verona ha firmato un accordo con la Provincia per rispondere all’emergenza crisi. A Bologna il cardinale Carlo Caffarra ha lanciato a gennaio il «Fondo emergenza famiglie» cui è stato destinato anche l’«Avvento di fraternità». La diocesi di Reggio Emilia-Guastalla ha attivato il «Fondo di solidarietà famiglia & lavoro», quelle di Parma, Forlì-Bertinoro, Piacenza-Bobbio e Faenza-Modigliana un «Fondo di solidarietà» ciascuna. A Cesena-Sarsina nell’ultima domenica di Avvento si è tenuta una colletta straordinaria per il «Fondo di solidarietà famiglie», che era andato esaurito. A San Marino-Montefeltro c’è un fondo di pronto intervento e a Rimini si è svolta la «Giornata della solidarietà» per creare il fondo anticrisi. Fondo che a Fidenza sarà costituito proprio con le raccolte di Avvento. In Umbria tutte le otto diocesi della regione hanno lanciato a Pentecoste il «Fondo di solidarietà delle Chiese umbre» sostenuto da parrocchie e istituti di credito per chi perde il lavoro o non è coperto dagli ammortizzatori sociali. Più articolato il quadro toscano. L’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, ha proposto il «Patto per Firenze» che comprende anche un fondo di garanzia per l’autoimpiego e il progetto di una cooperativa agricolo-ambientale. Ad Arezzo-Cortona-Sansepolcro la Caritas gestisce il fondo per le famiglie in difficoltà nato in Quaresima. A Prato il fondo «Insieme per la famiglia», attivo già dal 2005, permette di pagare utenze, affitti e mutui. A Pitigliano-Sovana-Orbetello il «Fondo di garanzia e solidarietà» è stato costituito con i tre Crediti cooperativi locali e a Grosseto è attivo il «Fondo di solidarietà tra le famiglie». Hanno scommesso su fondi per famiglie e poveri Lucca, Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e Massa Carrara-Pontremoli. A Pistoia il «Fondo solidarietà famiglia-lavoro» unisce diocesi e associazionismo e a Massa Marittima il «Fondo sociale» è indirizzato specialmente alle famiglie del comparto siderurgico di Piombino ma anche del settore turistico dell’Elba e della costa toscana. Nelle Marche la diocesi di Senigallia finanzia il fondo di solidarietà con la «Social Caritas»: alle famiglie è stato proposto un contributo mensile di cinque euro. Fabriano-Matelica ha promosso raccolte straordinarie, a Jesi il «Fondo San Cristoforo» vede insieme parrocchie e Caritas, mentre la Chiesa di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia ha fatto sorgere un fondo famiglie. A Roma, dal maggio 2008, funziona un vero supermercato dove chi è in gravi ristrettezze può fare la spesa gratuitamente: è l’«Emporio della carità» realizzato dalla Caritas diocesana con Comunità di Sant’Egidio, Circolo San Pietro, Banco Alimentare e Arciconfraternita di San Trifone. La strutture che assiste 1.400 famiglie è finanziata dal Comune con la raccolta delle monetine di Fontana di Trevi e sostenuta da 150 aziende. Tra le diocesi del Lazio fondi per l’emergenza-lavoro sono nati a Frosinone-Veroli-Ferentino e Sora-Aquino-Pontecorvo: in quest’ultima Chiesa locale anche i sacerdoti hanno offerto una loro mensilità e il vescovo Filippo Iannone ha messo a disposizione croce pettorale e anello episcopale. La Provincia di Frosinone ha destinato fondi alle Caritas diocesane del territorio (fra cui Anagni-Alatri, Gaeta, Montecassino e Palestrina). In Abruzzo sta per partire a Lanciano-Ortona il fondo di solidarietà con la vicina diocesi di Chieti-Vasto che ha anche un progetto di «Microcredito etico-sociale». A Termoli-Larino c’è la «Caritas card», tessera prepagata per famiglie e singoli, che si affianca al microcredito del «Progetto Senape». In Campania si chiama «Fondo Spes» il progetto di solidarietà dell’arcidiocesi di Napoli per aiutare i disoccupati. «Presi nella Rete» è invece il percorso di sostegno al reddito voluto dall’arcidiocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni. In Basilicata sono tre le diocesi che hanno avviato fondi d’emergenza: Tursi-Lagonegro, Melfi-Rapolla-Venosa e Matera-Irsina. In Puglia, Andria ha promosso raccolte straordinarie, Bari-Bitonto ha puntato su un fondo gestito dalla Fondazione antiusura, Foggia-Bovino sul «Fondo di emergenza sociale» alimentato con le offerte di Quaresima e Avvento, Manfredonia-Vieste su un progetto a sostegno delle famiglie, in particolare quelle di pescatori in difficoltà. A Reggio Calabria-Bova la Caritas ha costituito col Comune un fondo speciale; a Cosenza-Bisignano il fondo è intitolato a Eluana Englaro; a Cassano all’Ionio ce n’è uno messo a disposizione dal vescovo; a Catanzaro-Squillace una convenzione con Banca etica e Fondazione Calabria etica concede aiuti per le famiglie, con l’adesione anche delle Chiese di Crotone-Santa Severina, Lamezia Terme e Rossano-Cariati.In Sicilia le esperienze rivolte al sostegno di famiglie e piccole attività commerciali sono presenti a Palermo, Monreale, Piazza Armerina, Caltanissetta, Ragusa, Agrigento e Messina. In Sardegna è attivo a Cagliari l’ufficio del «Prestito della speranza» che la Caritas ha voluto in collaborazione con enti pubblici e associazioni, a Iglesias funziona un fondo di solidarietà, mentre a Lanusei le iniziative di aiuto alle famiglie sono in fase embrionale.
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