martedì 20 ottobre 2020
Nuovamente colpiti i fratelli Vigilante che avevano denunciato gli estorsori e vivono sotto scorta. Dopo tre bombe, nella notte un incendio. "Non vogliono farci lavorare".
La  porta d'ingresso della 'Ristorazione Più' di via Saverio Altamura a Foggia

La porta d'ingresso della 'Ristorazione Più' di via Saverio Altamura a Foggia - Ansa

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Nuovo attentato contro le strutture dei fratelli Vigilante di Foggia, imprenditori coraggiosi che hanno detto "no" alle estorsioni. È il quarto dall'inizio dell'anno, l'ultimo l'1 aprile in pieno giorno e in pieno lockdown, quando una bomba era stata fatta esplodere davanti al centro anziani "Il sorriso di Stefano". La notte scorsa, invece, è stato appiccato il fuoco alla porta d'ingresso della "Ristorazione Più" di via Saverio Altamura, dove si preparano i pasti per le strutture della "Sanità più", la società dei Viglione.

Davvero una persecuzione contro i fratelli Luca e Christian Vigilante che sono stati colpiti, la prima volta, nella notte del 3 gennaio quando una bomba molto potente ha distrutto l'auto di Christian. Poi, neanche due settimane dopo, all'alba del 16 gennaio un'altra bomba era esplosa davanti al centro diurno per anziani il "Sorriso di Stefano", poi nuovamente colpito l'1 aprile. Per l'attentato del 16 gennaio il presunto responsabile è stato arrestato dagli investigatori della squadra mobile di Foggia e dello Sco, il 16 aprile scoro, un cittadino albanese, Erjon Rameta, di 32 anni, evidentemente solo l’esecutore materiale.

Ad agire la scorsa notte, come ripreso dalle videocamere, è stato un uomo con il volto coperto, arrivato in bici davanti alla "Ristorazione Più". Dopo aver compiuto un sopralluogo, è tornato e ha cosparso con liquido infiammabile la porta di ingresso, appiccando poi il fuoco. Ricordiamo che anche per l'episodio dell'1 aprile l'attentatore era arrivato a bordo di una bicicletta, anche allora ripreso dalla videosorveianza. Le fiamme questa notte hanno causato notevoli danni, ma la struttura continuerà a lavorare regolarmente.

"Questa è una vera e propria sfida. Vogliono fare terra bruciata intorno a noi fino a quando non smettiamo di fare impresa". È il commento rilasciato all'Ansa da Luca Vigilante, direttore amministrativo della "Sanità Più", sotto scorta da gennaio dopo aver subito i primi due attentati dinamitardi. Luca e il suocero Paolo Telesforo, proprietario di alcune cliniche private nel Foggiano, sono parti offese nel processo chiamato "Decima Azione" dal nome dell'operazione che nel 2018 portò all'arresto di 30 persone tra esponenti e affiliati alla "mafia del pizzo" a Foggia. Christian Vigilante è poi testimone del tentativo di estorsione imputato a due fedelissimi del clan Moretti. "Questa volta non ha fatto il classico "boom" ma è un attentato a tutti gli effetti - sottolinea ancora Luca Vigilante -. Lo hanno fatto sapendo che noi siamo sotto scorta, sapendo che con noi è intervenuto lo Stato. Chi ha agito lo ha fatto sapendo che era appena entrato in vigore il nuovo Dpcm che stabilisce la chiusura dei locali alle 24: ha agito sapendo di avere meno testimoni possibili". E torna ad accusare. "Per noi il problema non sono i danni alla porta di ingresso e agli arredi della struttura a noi vogliono farci smettere di lavorare".

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